Il successo di Scandola non è mai stato in discussione. Al volante della propria Skoda si è imposto nelle prime quattro delle sei cronometrate di gara 1: Giandomenico Basso e Lorenzo Granai (su una Ford a benzina) hanno vinto la quinta e Denis Colombini e Flavio Zanella (Skoda Fabia R5) l'ultima, senza riuscire ad insidiare Scandola. Andreucci è riuscito ad acciuffare in extremis il podio, grazie ad una gomma stallonata che ha penalizzato Basso alla partenza della PS6, “Città di Cingoli”.
La “rivelazione” del fine settimana è stata rappresentata da Simone Campedelli che ha “ereditato” da Giandomenico Basso la Ford Fiest R5 a GPL grazie alla quale ha guadagnato un secondo posto importante in gara 1 con un distacco di appena 11,3 secondi. In gara 2, l'equipaggio della BRC (il navigatore di Campedelli è il bresciano Danilo Frappani) ha vinto anche due speciali, la Avinale 1 e la Panicale 3. Ma Scandola ha aggiunto altre tre successi parziali, inclusa l'ultima speciale (Avenale 3), mentre Colombini è riuscito ad aggiudicarsi la quarta frazione.
Andreucci ha confermato di non trovarsi a proprio agio nel Rally Adriatico e sicuramente il fatto di dover partire davanti e spazzare le traiettorie per gli avversari non lo ha aiutato. In gara 2 è scivolato giù dal podio, piazzandosi quinto a 40 secondi da Scandola. Sul podio Colombini (secondo) e Campedelli (terzo). Basso è finito quarto. Nella graduatoria finale assoluta, dietro a Scandola si sono piazzati Campedelli, Colombini, Basso e Andreucci. Dopo la tappa marchigiana, Andreucci è salito a 53,5 punti e Scandola lo ha avvicinato (45). Basso si è portato a 39,75. Fra i costruttori, Ford (55,25) ha compiuto un gran balzo in avanti ed accusa meno di due punti di ritardo da Peugeot (57).
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