Dove vuole portare Ds?
«Nei prossimi tre anni vogliamo affermarci come brand premium e diventare riferimento per quelli che non vogliono fare a meno della tecnologia, ma che apprezzano lo stile. Ci distingueremo per quello che nessun altro può offrire a questo livello: il gusto, il savoir-faire, il lusso e l'artigianalità francese».
Anche in Italia, che ha nell'artigianato e nello stile i suoi elementi di forza?
«Soprattutto in Italia. Perché gli italiani sanno apprezzare queste cose. Sono “valori” che condividiamo con i francesi, molto più che con i tedeschi».
E in termini di numeri?
«Quelli no, non posso proprio darli».
Mi accontento di quote o di percentuali di crescita...
«Si accontenta, eh?»
Faccio quello che posso...
«Mettiamola così: vogliamo triplicare la nostra penetrazione. Ma più di così...».
Con i nuovi modelli?
«Certo. In Europa, la vera storia di Ds comincia adesso, con la seconda generazione di vetture. La nuova Ds 7 Crossback sarà una di queste. Poi arriveranno altre auto, proprio nei segmenti di maggior interesse in Europa».
Cioè?
«Segmenti C e B Suv, quelli giusti per il nostro paese. Poi toccherà ai modelli più grandi».
Con tecnologie alternative.
«Esatto. La gamma Ds avrà una versione ibrida in quasi tutti i segmenti. Poi arriveranno anche i modelli elettrici».
State rivoluzionando la rete di vendita.
«Entro la fine del prossimo anno avremo una cinquantina di concessionari».
Tutti imprenditori già legati al gruppo?
«No. Questo è il punto. Ci sono aziende che hanno mandati di altri brand premium che vogliono anche il nostro. È un bel segnale».
Significa che già vi riconoscono come alto di gamma?
«Il cammino che abbiamo intrapreso è quello giusto. Almeno la metà dei nostri clienti sono già in target, come diciamo noi. Mi riferisco all’auto posseduta o all’estrazione sociale, ma c'è anche altro. Siamo l'unico brand europeo nato nel terzo millennio e puntiamo anche su servizi innovativi e personalizzabili come quelli del Only You».
Avete investito nella Formula E...
«Non potevamo non farlo. Siamo un brand del ventunesimo secolo e condividiamo con il campionato FIA quasi anche l'anno di nascita. È una competizione affascinante e innovativa non solo in termini di sostenibilità, un tema caro al gruppo. È anche una fucina tecnologica».
Per il trasferimento sulle auto di serie.
«Già. Non a caso Ds7 Crossback sarà poi disponibile come Plug-in, cioè E-tense a trazione integrale da trecento cavalli».
Mi convinca a comprare una Ds7 Crossback, anche se non proprio quella che ha scelto il presidente Emmanuel Macron per l'insediamento.
«Mi chiede di fare il venditore? La deve prendere perché è un C-Suv, ma è grande come un modello del segmento superiore e può venire equipaggiato con tecnologie che hanno i modelli D premium. Tipo le nuove sospensioni Active Scan, il sistema di guida semi-autonoma Connected Pilot o il Driver Monitoring che analizza le espressioni del viso per capire se uno è in grado di guidare o meno: una tecnologia che non ha nessuno. L’ho già convinta, vero?».
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