Cifra stimata per difetto, perché la «First edition» della Bentley Continental Gtc di terza generazione che abbiamo provato su un percorso «libero» attorno a Milano supera nettamente – grazie alla robusta dose di optional – i 245.000 euro per entrambe le declinazioni disponibili, che si differenziano sostanzialmente per le esclusive livree «Orange flame» e «Sequin blue».
A rendere particolarmente intrigante una vettura di per sé straordinaria concorre il fascino della capote in tela a comando elettrico che si apre in 19 secondi anche in movimento, fino a 50 km all'ora e che, grazie al sofisticato e originale sistema di ripiegamento «a zeta», minimizza l'ingombro nel bagagliaio quando si viaggia a cielo aperto. Una soluzione, garantiscono alla Bentley, capace di ridurre di tre decibel la rumorosità dell'abitacolo, ora analoga a quella del coupé della generazione precedente, nonostante il leggero ma evidente sibilo che a capote chiusa abbiamo avvertito al posto di guida dell'esemplare in prova, evidentemente di pre-serie e come tale utile proprio per evidenziare ed eliminare anche la minima imperfezione.
Un piccolo – ed episodico – neo che non inficia il giudizio su un'auto vicina alla perfezione, il cui abitacolo rafforza con le cuciture realizzate a mano la sensazione di trovarsi in un lussuoso salotto nel quale lasciarsi coccolare viaggiando a capote abbassata in ogni stagione, grazie alla sofisticata funzione scaldacollo che, integrata nei sedili Comfort a 20 regolazioni, avvolge delicatamente con il suo flusso d'aria i poggiatesta a regolazione elettrica.
Un ambiente raffinato dove il mix tra tecnologia e tradizione trova l'espressione più evidente nel Bentley Rotating Display che ruotando su se stesso mostra tre differenti facce: una superficie in radica che non interrrompe la linearità della plancia, un grande display digitale da 12,3 pollici oppure i tre classici ed eleganti quadranti analogici del cronografo, della bussola e del termometro della temperatura esterna.
Un'auto sportiva non solo nel look, ora più scolpito e raffinato, ma anche e soprattutto nel comportamento dinamico propiziato dai 635 cv e 900 Nm di coppia massima messi a disposizione dal poderoso 6.0 a 12 cilindri (6 dei quali disattivabili quando il loro apporto non serve) al quale la configurazione a W ha regalato un ingombro del 24% inferiore rispetto a un più tradizionale V12. La prova su strade aperte al pubblico non ci ha permesso di verificare di persona la velocità massima dichiarata di 333 km/h, ma ha consentito di assaporare fino in fondo l'eccellenza dell'assetto (la struttura è diventata più leggera del 20% e più rigida del 5%), l'equilibrio delle prestazioni, l'accelerazione bruciante, la tenuta di strada impeccabile, favorita dalla trazione integrale, e la piena sintonia tra il motore e il cambio doppia frizione a 8 rapporti.
L'ennisma conferma della vocazione Bentley per le Granturismo di livello top rappresenta il più bel regalo che la casa di Crewe potesse fare a se stessa – e ai suoi fortunati clienti – per festeggiare degnamente il centesimo compleanno. Leggi l'articolo completo su
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