TORINO. Weekend dedicato alle emozioni e alle tradizioni dell'automotive, da venerdì 30 a domenica 1° maggio. Nel polo del Lingotto Fiere di Torino torna Automotoretrò (con l'appendice sportiva Automotoracing all'Oval), edizione n° 39 della grande festa dell'auto storica con un corollario di manifestazioni che uniscono le due e le quattro ruote e accoglieranno espositori (oltre 1.200), piloti e appassionati provenienti da tutta Europa. Main sponsor il concessionario DR Autostandar e la Sparco, eccellenza nel campo degli equipaggiamenti e degli accessori. Ma l'impegno è collettivo: gli organizzatori Beppe e Alberto Gianoglio hanno ottenuto il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune e di istituzioni mirate come Asi e Aci.
«Siamo tornati dopo un anno di stop per la pandemia – spiega Beppe Gianoglio – con moltissimi espositori e con ricche novità».
In calendario ci sono diversi anniversari: i 50 anni della Fiat X1/9, sportiva compatta nata dalla matita di Marcello Gandini per Bertone, i 50+1 dell'Autobianchi A 112, i 125 anni della Indian che è la più antica casa motociclistica americana. Lo stand Asi (Automotoclub Storico Italiano) ospiterà una rara Lancia Rally 037 nella configurazione “Safari” e tre moto di pregio: la Guzzi Gambalunga del 1946, la V7 Special del 1972 e la Yamaha 350 GP del 1978 con telaio Bimota. L’ente Heritage di Stellantis, che valorizza il patrimonio storico dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth, proporrà quattro vetture molto diverse fra loro ma accomunate dal cinquantesimo anniversario (1972-2022) e dal colore rosso della carrozzeria: sono Alfa Romeo Alfetta Spider Coupé, Fiat 124 Abarth Gr.4, Fiat 126 e l'iconica Lancia Fulvia HF 1600 “14" vincitrice del Rally di Montecarlo 1972. In occasione di Automotoretrò sono previste otto visite guidate straordinarie all'Heritage Hub Stellantis di Via Plava, lo spazio espositivo che ospita trecento vetture iconiche nella restaurata Officina 81.
Tra i gioielli in mostra alla presentazione dell'evento, una splendida Fiat 2800 Torpedo Reale del 1939 che venne utilizzata in epoche diverse dal re Vittorio Emanuele III, da Mussolini e poi – fino al 1961 - dai primi quattro presidenti della Repubblica De Nicola, Einaudi, Gronchi e Segni.
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