È l’allarme lanciato dal presidente dell’Acea e responsabile di PSA Carlos Tavares nel presentare le previsioni del settore per il 2018. «Il raggiungimento dei target dipende dalle vendite di auto a carburanti alternativi», ma la Commissione ha dato una «spinta solo per quelle a batterie elettriche e non ad altre tecnologie», ha accusato Tavares, sottolineando che Bruxelles «deve fissare obiettivi ambiziosi ma non deve imporre le tecnologie che devono essere lasciate agli ingegneri». Inoltre, ha sottolineato, «è chiave un livello minimo di densità delle infrastrutture, soprattutto quando vediamo un decollo frammentato», e quello dell’elettrico è «strettamente legato al pil procapite» quindi «quasi a livello zero».
Se continuerà a restare l’attuale incertezza sulla Brexit «non avremo investimenti nel futuro prossimo» nel settore auto, perché finora «l’industria auto europea e quella britannica sono profondamente integrate». ha continuato Tavares. L’impatto si sentirà soprattutto in due aree: «l’accesso ai rispettivi mercati», con «il rischio realistico e molto preoccupante» di pezzi auto «bloccati in dogana per giorni», e «gli standard tecnologici», ha spiegato il responsabile di Psa. «È difficile fare investimenti se non sappiamo cosa c’è dietro l’angolo», per questo i produttori auto europei chiedono «un periodo di transizione di tre anni» per la Brexit. «C’è urgente bisogno di chiarezza», ha concluso Tavares.
«Siamo desiderosi di vedere concretizzarsi l’accordo commerciale Ue con il Mercosur», perché «è qualcosa che può aiutare l’industria auto europea» e «aprire alcune opportunità» per il settore Ue. Così ha dichiarato il presidente dell’Acea sui negoziati in corso a Bruxelles dove uno dei nodi da sciogliere, oltre all’agricoltura, è proprio l’automotive. «Ogni cosa che sostiene il libero scambio è buona, fa parte della nostra missione», ha aggiunto. Leggi l'articolo completo su
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