SIENA - Penso agli anni ’80 ed a quando mio fratello, dj adolescente, mi triturava i timpani ascoltando “I like Chopin” di Gazebo. Per i fantastici casi della vita, mi sono trovato a guidare un’auto elettrica insieme proprio a quel cantante italiano che dominò la hit parade del 1983 col suo bellissimo brano. È successo all’eRaid, una gara a tappe riservata ad auto soltanto elettriche che si è corsa da Milano alle coste della Versilia. Come mai c’era Gazebo? Perché questo cantante è anche un grande appassionato di automobili. Ha anche gareggiato brevemente in Formula 3 tra un concerto e l’altro. Poi nella maturità l’autore di “I like Chopin” si è appassionato alle auto elettriche ed è diventato così uno dei partecipanti del raid elettrico che ha portato una ventina di auto a batteria in giro per l’Italia. Come una piccola Mille Miglia, ma soltanto con vetture elettriche. Assieme a Gazebo, alias Paul Mazzolini, c’erano altri personaggi: come l’ex campione del mondo GT Thomas Biagi e il giornalista musicale Red Ronnie. Questi ospiti Vip, insieme ad altri 35 giornalisti di differente estrazione tecnica e culturale, si sono tutti avvicendati alla guida di auto elettriche di ogni genere e marca lungo 1000 km di strade (statali) italiane.
Partenza da Monza, poi via Parma, Pistoia, Siena e Pisa arrivo a Pietrasanta, in Versilia. Una quindicina le vetture al via: dalla Mustang Mach-E alla Volvo XC40, dalla Jaguar i-Pace fino alle Hyundai Kona e Kia e-Niro. Più tutta la gamma PSA: Peugeot e-208, Citroen C4, Opel e-Mokka e DS3 eTense fino alla nuovissima BMW iX3. «Volevamo far conoscere al pubblico italiano la versatilità delle auto elettriche, che molti ritengono utili solo negli spostamenti urbani e invece con i loro tre-quattrocento km di autonomia sono tranquillamente utilizzabili per lunghi viaggi. E ringrazio le dieci Case che hanno creduto nel progetto eRaid», spiega Daniele Papi, che ha organizzato questo tour elettrico. L’eRaid si è svolto in concomitanza col MiMo (Milano-Monza Show), che ne ha ospitato la partenza del tour dall’autodromo di Monza. Il meccanismo dell’eRaid ricordava quello dei grandi raid africani stile Paris-Dakar anni ‘80: ovvero ti dico quando e dove si parte, ti dico dove arrivare, devi transitare da qualche controllo di passaggio (in posti da cartolina: Soragna, Maranello, l’Abetone, Montepulciano, San Quirico d’Orcia, Monteriggioni, etc) e ti fornisco un roadbook digitale per seguire la strada.
A quel punto però l’equipaggio (formato da due giornalisti sempre diversi che ogni giorno cambiava auto) poteva valutare autonomamente percorsi alternativi in tema di paesaggi, strade, ristoranti etc.
L’organizzazione ha eletto a fine evento il guidatore più efficiente, Ezio Venneri del mensile “Auto”. Come lo ha stabilito? Grazie alla “scatola nera” IoT di Targa Telematics, che monitorava in tempo reale tutto: dalla posizione degli equipaggi al livello di carica delle batterie. Tutti i partecipanti, da Gazebo in poi, hanno perfezionato la propria guida in elettrico imparando i trucchi del mestiere per consumare meno. Fra cui l’utilizzo della guida con un solo pedale, tipico delle elettriche: si impara a non usare il pedale del freno sfruttando invece il freno motore forzato per ricaricare la batteria. Sembra strano, ma si impara a farlo, ed anche in fretta. eRaid ha riservato anche momenti culturali unici perché le auto del tour, essendo elettriche, hanno permesso ai loro piloti di attraversare i centri storici dei più bei centri cittadini toscani, come piazza del campo di Siena, o di poter parcheggiare un’auto proprio ai piedi della torre pendente di Pisa. Privilegio proibito a qualsiasi altra automobile a motore termico.
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