Ma gli utenti europei non compreranno queste auto». Come riporta il sito motoring.com.au, il cui giornalista era presente alla tavola rotonda, questa presa di posizione da parte del direttore della ricerca e delle sviluppo di Bmw sarebbe legato ai dati recentemente diffusi sui livelli di CO2 in Europa nello scorso anno, saliti dell’1,6% rispetto al 2017 e alla reazione dell’ente Transport and Environment che ha accusato i costruttori di non spingere sulle auto elettriche a favore delle vendite dei più redditizi suv con motori termici. «Potremmo consegnare un modelli elettrificato a ciascun automobilista - ha replicato Froelich - ma ciò che T&E ignora è che il cliente europeo non è disposto a correre il rischio di acquistare un EV perché l’infrastruttura non è presente, così come non si sa nulla sul suo valore alla rivendita.
Abbiamo spinto queste auto sul mercato - ha puntualizzato - e gli acquirenti non le vogliono». Secondo quanto illustrato nell’incontro con Froelich, un ostacolo importante è la mancanza di incentivi governativi per i veicoli elettrici in Europa, accompagnato dal fatto che i costi elevati dell’elettricità in alcuni Paesi erodono i vantaggi in termini di costi di esercizio dei veicoli elettrici. «L’atteggiamento dei clienti - ha detto il direttore della ricerca e delle sviluppo di Bmw - si cambia con gli incentivi, non con le macchine. A Monaco di Baviera un kWh costa 50 centesimi di euro e un diesel a quattro cilindri è più economico da guidare rispetto a un BEV. Ma in Francia il kWh costa meno di 20 centesimi». Bmw punta dunque sul programma che prevede 25 auto elettrificate plug-in entro il 2025. aumentando i volumi di veicoli elettrificati del 30% all’anno dal 2021. La strategia globale - ha spiegato Froelich - «sarà quella di offrire veicoli elettrici, che sono i più richiesti in Cina e Stati Uniti», ma di «concentrarsi pesantemente sui modelli ibridi plug-in con 80 km di autonomia elettrica». Leggi l'articolo completo su
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