Questo festival di musica «giovane» che ha già dato una spinta significativa alla pigrizia culturale e organizzativa di cui non solo la Puglia, ma tutto il Sud ha storicamente dato prova, raggiunge in questa occasione la maturità, mettendo a frutto l'esperienza del passato di cui ripropone le idee vincenti come il format dei concerti all'alba su splendide spiagge incontaminate, piuttosto che gli appuntamenti «Extra Viva!» che scandiscono l'avvicinamento al Festival coinvolgendo artisti, giornalisti e ospiti in una felice commistione tra musica e argomenti di attualità.
Questi eventi itineranti tra Ceglie Messapica, Martina Franca e Locorotondo – quest'anno dedicati ai temi della comunicazione, delle smart cities e della lotta agli sprechi alimentari – sono previsti nei tre week end che precedono il Festival in programma dall'1 al 4 agosto in alcune delle più suggestive masserie della Valle d'Itria fino all'inedito gran finale sulle sponde del mare incantato di Ostuni e Fasano.
Anche se chi scrive è (purtroppo) ben lontano dai gusti e dalle passioni del potenziale pubblico di questa serie mozzafiato di avvenimenti destinati a elettrizzare i giorni e le notti di uno spettacolare angolo della Puglia, il panel dei protagonisti – destinato ad arricchirsi con il procedere delle trattative in corso – è già degno di un appuntamento che vuole tra l'altro celebrare i 50 anni di Woodstock, il capostipite, per numeri e significato, di tutti i maxi-concerti.
L'elenco ancora provvisorio comprende da Jon Hopkins, fuoriclasse del suono elettronico, a un personaggio unico e poliedrico come Gilles Peterson, Dj della Bbc ma anche produttore, discografico e collezionista, dalla musicalità travolgente del norvegese Todd Terje all'atipico ed enigmatico Yves Tumor, dalla giova emergente canadese Jayda G ai tanzaniani Bamba Pana & Makaveli, pionieri della scena elettronica dell'Africa orientale. Senza dimenticare, in rappresentanza del nuovo panorama musicale italiano, il collettivo Napoli Segreta, i «Ninos du Brasil» Nico Vascellari e Nicolò Fortuni piuttosto che Nicola Conte, capace di proporre con sofisticata sapienza brani ispirati alla musica italiana degli Anni 60 e 70. Leggi l'articolo completo su
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