Come in Belgio, si sono imposti Lucas Di Grassi, Oliver Jarvis e Loic Duval, i quali hanno preceduto i compagni di scuderia Marcel Fässler, André Lotterer e Benoît Tréluyer di quasi 16 secondi e mezzo. In gara le due Audi sono state più veloci rispetto a quelle delle rivali schierate da Porsche (che avevano cavallerescamente reso omaggio alla scuderia lasciando le due R18 dietro alla safety car nei giri di “riscaldamento”) e Toyota (che ha salutato e ringraziato Audi con uno striscione).
Finalmente senza errori né (quasi) incertezze, i due equipaggia hanno condotto una gara di testa, agevolati anche dalla scarsa competitività delle due TS050 giapponesi, partite dalla terza fila e poi arrivate quarta, quella di Conway, Sarrazin e Kobyashi (terzi assoluti nel mondiale a due punti e mezzo dal secondo posto) e quinta (Buemi, Davidson e Nakajima). La Porsche 919 Hybrid dei campioni uscenti (ma non entranti), ha chiuso in terza posizione, con un ritardo di un minuto e 17. Ma mentre Timo Bernhard e Brandon Hartley continueranno a gareggiare, Mark Webber, che nel 2013 aveva lasciato la Formula 1, adesso si ritira anche dell'attività agonistica.
I nuovi campioni del mondo sono Neel Jani, Romain Dumas e Marc Lieb e completano così il trionfo di Porsche, che si era giù assicurata il titolo costruttori. Il terzetto non è andato oltre il sesto posto, ma l'importante era chiudere la gara, soprattutto dopo l'incidente nelle fasi di apertura corsa, che era costato il terzo posto e alcuni giri di ritardo (3 alla fine). Nella generale Jani, Dumas e Lieb hanno preceduto Di Grassi, Jarvis e Duval di dodici lunghezze e mezzo. Fra i costruttori Porsche aveva già scavato un abisso ed ha chiuso a quota 324. Audi ha difeso il secondo posto con 266 mentre Toyota si è fermata a 229.
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