Perché in un mondo dove tutto cambia, Olive è ancora lei. Olive è un’insegnante di matematica in pensione, vedova di Henry, madre di Christopher, podologo a New York, figlio lontano in ogni senso; una donna scontrosa, irascibile, sconveniente, eppure infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell’animo umano e intensamente sensibile alle sorti dei suoi consimili. Dieci anni fa il personaggio è valso a Strout il Pulitzer. In “Olive, ancora lei”, la scrittrice riprende il filo da dove l’aveva lasciato e ci narra il successivo decennio, l’estrema maturità di Olive. Ma in questa sua vecchiaia c’è una vita intera. Le perdite, la decadenza fisica, la solitudine. Ma un nuovo amore, anche con Jack Kennison, docente di Harvard ora in pensione, vedovo di Olive. Insomma la vita riserva monotonia, dolore, piccoli momenti di rivelazione, istanti di comunione, brevi felicità.
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