Il Codacons presenterà domani un formale esposto alla magistratura contabile e una istanza d'accesso alla presidenza del Consiglio per sapere quanto sia costata alla collettività italiana la liberazione del ricercatore Patrick Zaki, graziato dal governo egiziano e che nel pomeriggio di domenica 23 luglio è sbarcato in Italia.
L'esposto del Codacons
«Chiariamo subito - spiega il presidente dell'associaizone, Carlo Rienzi -che il ritorno in libertà di Zaki è una ottima notizia, e siamo assolutamente felici del positivo epilogo della vicenda, ma da più parti si stanno sollevando dubbi e domande circa le spese sostenute dal Governo italiano per riportare il ricercatore egiziano a Bologna. Un aereo di Stato messo a sua disposizione e rifiutato per un volo di linea, l'intervento dell'ambasciata italiana al Cairo e altre soluzioni diplomatiche messe sul piatto dal Governo per fornire assistenza e supporto a Zaki, che non è un cittadino italiano, e farlo rientrare in Italia, potrebbero aver determinato spese pubbliche su cui è necessario far luce». «I cittadini - aggiunge Rienzi -hanno il diritto di sapere se il caso Zaki ha rappresentato un costo per le casse statali, e quanto sia costata in termini economici la sua liberazione».
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