In piazza è vietato giocare al pallone ma i bambini non ci stanno e organizzano una vera e propria protesta con tanto di sit-in, cartelloni e lenzuola. Non solo, per provocazione passano anche la serata con lo smartphone in mano e la testa china sul piccolo schermo. È successo a Melendugno, in provincia di Lecce. A raccontare questa storia è stata La Repubblica.
Alcuni abitanti della zona si erano infatti lamentati di "rumori molesti" causati dai ragazzini che giocavano a calcio. Da qui la decisione del sindaco di esporre il cartello "vietato giocare a palla in piazza". Così è scoppiata la protesta dei ragazzini: sit-in, striscioni. "Criticate tanto la nostra generazione, ma ci avete tolto il pallone", avevano scritto sul lenzuolo affisso nei vicino alle panchine. Poi si sono fatti fotografare uno per panchina concentrati a guardare gli schermi dei loro smartphone.
Il sindaco ha offerto ai "manifestanti" un'altra piazza
Come è finita la storia? Il sindaco ha incontrato i ragazzi dicendogli che la piazza dove volevano giocare a pallone era stata appena restaurata. Ma nel contempo ha offerto ai "manifestanti" di rendere un'altra piazza, la Mar Rosso, una zona a traffico limitato, per permettergli di giocare a calcio senza essere esposti a pericoli o danneggiare oggetti. E gli adulti in tutta questa storia? Sembra che abbiano condiviso la scelta del sindaco di vietare in piazza il gioco del pallone.
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