Via Bolla, ancora alta tensione nelle case Aler: brucia l'auto di una famiglia Rom

Auto in fiamme nella notte, prosegue polemica Comune-Regione

Via Bolla, ancora alta tensione nelle case Aler: brucia l'auto di una famiglia Rom

Non cala la tensione in via Bolla, area in cui governano degrado e illegalità alla periferia nord-ovest di Milano. A meno di 24 ore di distanza dalla maxi rissa di venerdì sera è stato appiccato il fuoco a una macchina, fatto che viene interpretato come atto di rappresaglia. È questo uno degli ultimi episodi di una «escalation di risse» e di violenze che stanno andando avanti da anni e hanno ridotto la zona a una vera e propria «polveriera», difficile da controllare anche per via della mancanza delle telecamere di sorveglianza.

 

Telecamere non tanto disattivate per far passare inosservati spaccio e furti, attività all'ordine del giorno da quelle parti, ma, è stato riferito, «non installate». Gli unici a monitorare la situazione sono, quindi, gli uomini delle forze dell'ordine, in particolare le pattuglie delle volanti. Così ieri verso le 21, le fiamme hanno incenerito una Opel Corsa di una famiglia rom, vicenda, è più di una ipotesi, da considerare uno strascico dell'aggressione del giorno precedente, la quale ha riportato alla ribalta una questione irrisolta.

 

Quegli edifici sono occupati in gran parte in modo abusivo da romeni, bosniaci e serbi e da pochissimi italiani che 'resistonò esasperati. Basta scorrere le pagine di cronaca e andare indietro nel tempo, per ritrovare storie di difficile se non impossibile convivenza, che è peggiorata di giorno in giorno fino ad arrivare all'altra sera con una sessantina di persone in strada armata anche di mazze, bastoni e bombe carta, una maxi rissa sulla quale dovrebbe essere presentata una relazione alla magistratura.

 

Una situazione, questa, da sempre terreno di scontro tra partiti politici e soprattutto tra Comune e Regione che si dividono la gestione delle case popolari e quelle in via Bolla sono dell'ente regionale Aler. «Dobbiamo cambiare strutturalmente il modello di gestione e continuo a pensare che un'unica organizzazione per la gestione di tutte le case sarebbe la cosa migliore», è la proposta del sindaco di Milano Beppe Sala.

 

«Rinnoverò quindi l'invito a Regione Lombardia per ricercare una soluzione che vada in quella direzione» ha scritto, ricordando che «nelle case del Comune, quelle MM, abbiamo onestamente fatto un discreto lavoro. Non è stato così invece per le case della Regione (Aler)». Immediata la replica dall'assessore lombardo alla sicurezza, Riccardo De Corato: «Il sindaco Sala dice che serve una gestione unica delle case popolari. In realtà è soltanto un alibi per mettere le mani sul patrimonio di case popolari della Regione». Inoltre, il Comune e il ministero dell'Interno «hanno a disposizione uno stuolo di poliziotti, carabinieri e vigili che devono intervenire per effettuare gli sgomberi in quanto la legge attribuisce a loro questo compito. Aler ha appena 21 ispettori e non hanno questa competenza».

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