Testate contro lavagne e armadietti: la folle moda social che spopola nelle scuole di Padova

Testate contro lavagne e armadietti: la folle moda social spopola nelle scuole di Padova
Prendere una buona rincorsa e sfoderare violente testate contro lavagne, armadietti e persino distributori automatici. Questa l'ultima folle moda social che ha visto protagonisti gli studenti di alcune scuole medie e superiori di Padova.




A raccontare la vicenda è Il Mattino di Padova. Alcuni video, inviati dagli stessi studenti e pubblicati su Instagram Stories dall'account 'Padova_schoolsì, hanno fatto il giro del web. Ogni studente accetta la sfida, rischiando il trauma cranico, poi dopo la craniata partono applausi e grida di giubilo da parte dei compagni.



Dopo la pubblicazione sui social di questi video temporanei, la sfida ha iniziato a dilagare in diversi istituti della città: Ruzza, Marconi, Bernardi, Rogazionisti, Enaip e altri. Questo fenomeno, una 'bravata' da parte degli adolescenti, si è presto trasformato in una vera e propria moda. Non tutti gli utenti che seguono l'account su Instagram del portale, che a Padova ha un ottimo seguito da parte degli studenti, hanno però avuto la stessa opinione. Non sono pochi i ragazzi che hanno condannato il gesto, come chi commenta così: «È una cosa molto stupida, ma poi mi chiedo: certe testate contro gli armadietti, oltre a lasciare danni agli oggetti e alle persone, fanno molto rumore. Possibile che nessuno del personale delle scuole si sia accorto di quanto stava accadendo?».
 

La pubblicazione dei video ha generato non poche polemiche nella città di Padova, costringendo anche l'account a prendere le distanze: «Noi admin non abbiamo mai neanche pensato di utilizzare la nostra visibilità per creare questa moda, è cominciato tutto da una qualsiasi pubblicazione. Non abbiamo mai voluto danneggiare cose o persone nè andare ad urtare la sensibilità di nessuno. Però ci teniamo a far sapere che pubblicare quei video è stato dettato dal brio di quel momento, ma non c'è mai stata alcuna sfida tra gli studenti né abbiamo esortato qualcuno a partecipare». Leggi l'articolo completo su
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