«Il fenomeno esplosivo che ha fatto sussultare lo Stromboli per due volte alle 16:46 si può considerare sostanzialmente concluso - dice - ma non è possibile prevedere se ci saranno delle repliche. Sono fenomeni imprevedibili, di conseguenza non si possono fare scenari». Imprevedbile e anche rari, a quanto pare. «Perché lo Stromboli - continua - è caratterizzato da un'attività continua ma a bassa energia».
Come specifica una nota dell'Ingv, le esplosioni hanno interessato l'area centro-meridionale della terrazza craterica dello Stromboli e sono state precedute «da trabocchi lavici da tutte le bocche attive della terrazza craterica». Le esplosioni, continua Privitera, «hanno dato luogo alla formazione di una colonna eruttiva che si è alzata per circa 2 chilometri sopra i crateri» e che poi si è dispersa in direzione sudovest. «C'è stata anche una ricaduta di prodotti lungo i fianchi del vulcano che hanno generato numerosi incendi». Il fenomeno «è stato accompagnato da numerosi segnali geofisici, sia dal punto di vista sismico che di deformazione del suolo», ricorda il direttore dell'Osservatorio Etneo. Dal tracciato sismico, infatti, è possibile riconoscere circa 20 eventi esplosivi minori oltre ai due eventi maggiori.
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