«Era il primo maggio quando l'ho incontrato per la prima volta - racconta Marta - Mi ha chiesto come mi chiamassi e io non glie l'ho detto. Pochi giorni dopo conosceva il mio nome, quello delle mie amiche, del mio fidanzato, di mia sorella. È convinto di essere il mio ragazzo». L'incubo di Marta è continuato, appostamento dopo appostamento, finchè un giorno l'uomo le ha preso i polsi con forza costringendola a baciarlo. È finita all'ospedale e ha denunciato tutto ai carabinieri. Poi qualche sera fa sul pavimento di casa sua ha trovato un biglietto: «Vuoi dormire con me?», c'era scritto a penna. «Era davvero troppo - racconta Marta - È come se avesse violato il luogo in cui mi sento al sicuro, casa mia. Non ci ho visto più. Mi sono seduta al computer e ho scritto un post in cui raccontavo tutto quello che stavo passando». In poche ore il post su Facebook ha raggiunto oltre 63.000 like e una quantità infinita di commenti.
«Ho scritto il post per sfogarmi, liberarmi e sportattutto per dire a quell'uomo che mi aveva veramente rotto - continua - sono una persona timida, non pensavo che avrebbe avuto tanta risonanza. Questo mi ha fatto capire che sono tantissime le donne che almeno una volta hanno avuto paura. Io ho avuto il coraggio di denunciare, è importante che lo facciano tutte». Leggi l'articolo completo su
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