Silvia Romano, così è stata liberata con l'aiuto degli 007 turchi. Il giallo del matrimonio e della conversione all'Islam

Silvia Romano
Silvia Romano liberata. Un sequestro lungo, 535 giorni, fatto di molti silenzi che in certi momenti avevano fatto temere il peggio. Fino alla tanto attesa svolta: l'intelligence italiana ha liberato in Somalia Silvia Romano, cooperante milanese rapita in Kenya 18 mesi fa e subito venduta a un gruppo jihadista legato agli al Shabaab.


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L'operazione, che ha portato alla liberazione della volontaria, è avvenuta in condizioni estreme perchè la zona dell'operazione è stata colpita da violente alluvioni negli ultimi giorni. L'operazione dell'Aise, diretta dal generale Luciano Carta, che ha portato alla liberazione di Silvia Romano, è stata condotta con la collaborazione dei servizi turchi e somali ed è scattata la scorsa notte.
 
«Sono stata forte, ho resistito», le sue prime parole dopo la fine dell'incubo, protetta in un compound a Mogadiscio e pronta all'immediato rientro in Italia, previsto per le 14 di oggi all'aeroporto di Ciampino a Roma, quando potrà riabbracciare papà Enzo e tutta la sua famiglia.



Silvia era stata rapita il 20 novembre 2018, all’età di 23 anni, da un commando di uomini armati di Ak47 sulla costa del Kenya, a Chakama, a circa 80 chilometri a ovest di Malindi nella contea di Kilifi, nel sud-est del Paese, a scopo d'estorsione. Secondo gli sviluppi dell’indagine della Procura di Roma e del Ros, la giovane cooperante sarebbe stata portata in Somalia da un gruppo islamista legato a jihadisti di Al-Shabaab. Al momento non ci sono conferme di un pagamento di un riscatto.

Silvia è  stata liberata a 30 chilometri da Mogadiscio. Pioveva forte e si sentivano le bombe esplodere a poca distanza. Silvia vestiva con abiti tradizionali delle donne somale, il capo coperto.

Secondo quanto riportato dal Messaggero, Silvia Romano sarebbe stata costretta a convertirsi all'Islam. Già nei mesi scorsi erano circolate indiscrezioni che la 25enne fosse stata costretta a sposarsi in prigionia con uno dei suoi carcerieri e a convertirsi all’Islam. Sarà lei a confermarlo o meno nelle prossime ore, quando sarà interrogata.


Secondo il Corriere della sera, La ragazza, al momento dello scambio con i rapitori, è arrivata vestita con abiti tradizionali delle donne somale e con il capo coperto. Una volta portata al sicuro nell'ambasciata italiana in Somalia, ha detto di essere "una convertita" e che "chiarirò tutto con mia mamma appena la rivedrò". 
 

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