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REAZIONI SCOMPOSTE Ma non c'è solo la Meloni tra chi si è indignato per questo menu "islamico", o presunto tale. Il nuovo menu della scuola ha scatenato infatti le ire di vari esponenti della Lega e di Fratelli d'Italia lombardi, come gli assessori regionali all' Agricoltura Fabio Rolfi e alla Sicurezza Riccardo De Corato. E in un clima teso anche per il caso-mensa di Lodi, dove per il nuovo regolamento comunale circa 200 bambini stranieri non hanno più agevolazioni in mensa, è diventato anche un caso nazionale. Rolfi ha definito «semplicemente una follia» il menu, dicendo che «i genitori hanno fatto bene a lamentarsi ed è mia intenzione intervenire». «Se si tratta davvero di un favore alla comunità islamica, la Regione Lombardia scenderà in campo», le sue parole.
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La carne di maiale «deve stare - ha precisato - nelle mense scolastiche perché fa bene ed è parte della corretta dieta alimentare dei nostri ragazzi».
LA RISPOSTA DEL SINDACO La risposta del sindaco di Peschiera Caterina Molinari, eletta con una lista civica, è arrivata via Facebook. In un lungo post ha bollato la polemica politica come «assurda, perché ha scomodato ex onorevoli, assessori e consiglieri regionali che hanno fatto esercizio di dichiarazioni prive di alcun fondamento. Incredibile, perché si è usata la buona fede e le preoccupazioni dei genitori per creare un caso sociale senza precedenti». «Il menu proposto -prosegue la sindaca- è equilibrato e adatto anche a dei bambini, e certamente sa che non strizza l'occhio all'Islam, come invece strumentalmente è stato dichiarato da qualche politico a corto di contenuti».
UN GIORNO SU 20 In sintesi, scrive il sindaco: il cous cous è previsto solo un giorno su 20 e il menù ha avuto l'ok dell'Ats (l'ex Asl). «Nelle nostre scuole - ha assicurato - non si mangia né italiano, né etnico, né vegano. Nelle nostre scuole si mangia sano ed equilibrato, si insegna ai bambini anche attraverso l'alimentazione ad essere uomini e donne preparati ad affrontare il mondo. Soprattutto, nella nostra città non si fa politica sulla pelle dei nostri bambini e sulle preoccupazioni dei loro genitori. Preoccupazioni lecite e legittime, che troveranno ascolto nelle sedi opportune». E sempre «nelle sedi opportune - ha aggiunto - ci occuperemo di segnalare chi, senza alcun riguardo per il diritto dei bambini a non essere coinvolti in ridicole bagarre politiche, pensa di poter diffamare il nome della nostra città senza conseguenze». Leggi l'articolo completo su
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