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La compagnia aerea gli ha infatti inviato una lettera di scuse con l'offerta di rimborsargli il biglietto. Volotea sostiene di aver agito correttamente e che a fare la differenza sia il voltaggio delle batterie a litio che, per ragioni di sicurezza, non deve superare i 300watt: «Se l'operato di Volotea è stato corretto perché si scusa e perché vuole rimborsargli il biglietto? - chiedono gli avvocati - Non vogliamo l'elemosina ma che sia fatta chiarezza su un comportamento assurdo che non deve ricapitare più a nessun altro disabile».
«Come può affermare Volotea che la batteria al litio avesse potenza di 500 volt, considerato che la ditta produttrice della stessa in uso a Baioni non ne produce di tal voltaggio - replicano gli avvocati - Inoltre Baioni si è reso da subito disponibile a rimuovere la batteria, trasformando la carrozzina in un veicolo meccanico senza rischi di cortocircuiti o riscaldamenti pericolosi per la sicurezza degli altri passeggeri». Insomma «non c'erano motivi di sicurezza per negare l'imbarco» come dimostra il fatto, sostengono i legali, che all'aeroporto di Ancona il personale della stessa compagnia, «dopo le verifiche del caso», ha imbarcato il giovane, la sedia a rotelle e la batteria al litio senza problemi.
Ma non è tutto.
Secondo gli avvocati, «c'era tutto il tempo» e «nessun motivo ostativo per imbarcare Baioni privo della batteria al litio, ma soprattutto di abbandonarlo a se stesso». Dopo il negato imbarco, denunciano i legali, «il responsabile check in non forniva alcuna assistenza ai tre passeggeri, non curandosi di prenotare loro un nuovo volo, di procurargli un pasto o un posto ove dormire, come previsto dalla normativa. Unico plauso va all'assistenza disabili che ha atteso fino alla chiusura dell'imbarco, nonché ad un carabiniere che ha chiesto alla società di gestione dell'aeroporto di far accomodare i tre passeggeri in una sala dell'aeroporto sino al mattino seguente, peraltro in condizioni precarie e non certo comode per un disabile. La condotta di Volotea - concludono - supera ogni limite nel rispetto di un disabile e di un minore. Le scuse non bastano occorrono i fatti». Leggi l'articolo completo su
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