Sea Watch davanti al porto di Lampedusa. Il capitano: «Entriamo». Salvini: «Una sbruffoncella»

La Sea Watch ha forzato il blocco e non si è fermata nemmeno di fronte all'Alt intimato dalla Guardia di Finanza. Da ore è davanti al porto di Lampedusa. Sul molo sono schierati i carabinieri. L'attracco inizialmente era previsto in serata, dopo la partenza del traghetto diretto a Porto Empedocle. Ma la situazione è in stallo. L'unico approdo possibile, viste le dimensioni dell'imbarcazione, è il molo commerciale. Non è escluso, però, che i 42 migranti a bordo vengano prima trasferiti sulle motovedette della Capitaneria e portati a terra. Sulla Sea Watch «c'è un'evidente flagranza di reato. Cosa aspetta qualcuno ad emettere un ordine di arresto?». Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini.


«Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo», così la comandante della Sea Watch, la capitana tedesca Carola Rackete (31 anni), su Twitter alle 14.04«In 14 gg - ha scritto l'equipaggio - nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati. La nostra Comandante non ha scelta». «Basta, entriamo. Non per provocazione ma per necessità, per responsabilità», sottolinea Sea Watch in un tweet. 

Chi è Carola Rackete, la comandante della Sea Watch​
 
«Il governo olandese non può far finta di nulla: una nave battente bandiera dei Paesi Bassi ha ignorato i divieti e gli altolà e sta facendo rotta a Lampedusa. Ô una provocazione e un atto ostile: avevo già scritto al mio omologo olandese, e ora sono soddisfatto che l'Ambasciatore d'Italia all'Aja stia facendo un passo formale presso il governo dei Paesi Bassi. L'Italia merita rispetto: ci aspettiamo che l'Olanda si faccia carico degli immigrati a bordo». Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

COMMISSARIO CDE: «ITALIA LASCI SBARCARE»
«Nell'attuale situazione si dovrebbe dare il permesso alla Sea Watch di far sbarcare le persone senza conseguenze per il capitano, l'equipaggio e l'armatore». Lo ha detto all'Ansa Dunja Mijatovic, commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa. Mijatovic assicura che continuerà a «sollecitare gli altri Stati a prendere la loro parte di responsabilità in modo che l'Italia non sia lasciata sola a gestire le operazioni di ricerca e salvataggio e l'accoglienza di rifugiati, richiedenti asilo e migranti sul suo territorio». 

«La Sea Watch 3 è stata lasciata in una situazione impossibile, dovendo decidere tra l'obbedire alle istruzioni dell'Italia e adempiere al suo compito umanitario» ha spiegato Mijatovic. Il commissario ha poi ricordato che «assistere le persone in pericolo in mezzo al mare e farle sbarcare rapidamente in un posto sicuro è un diritto umano e un obbligo umanitario e non può divenire una ostaggio di considerazioni politiche». Infine Mijatovic ha rilanciato il suo appello al governo italiano affinché non vengano penalizzate e punite le ong che fanno operazioni di ricerca e salvataggio.
 

MOTOVEDETTE GDF E GUARDIA COSTIERA INTIMANO ALT, SEA WATCH NON SI FERMA
La motovedetta della Guardia di Finanza ha raggiunto pochi minuti fa la nave Sea Watch in acque territoriali ma, come apprende l'Adnkronos, la nave Ong non si è fermata all'alt intimato dalle Fiamme gialle. La Gdf, coordinata dal Comando aeronavale di Palermo, proseguirà a intimare l'alt. Il comandante della Sea Watch Carola Rackete, che ha comunicato su Twitter l'intenzione di portare sull'isola i 42 migranti soccorsi a dispetto dei divieti di attracco, rischia una multa di 50mila euro e il sequestro dell'imbarcazione: una sanzione che dovrebbe applicarle la Prefettura di Agrigento. Restano gli eventuali profili penali di competenza della procura di Agrigento che, nel caso che la Finanza denunciasse la Rackete e l'equipaggio per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, dovrebbe procedere a una iscrizione nel registro degli indagati.
 

«Ieri sera la Commissione ha ricevuto una richiesta di sostenere in maniera proattiva gli Stati membri che cercano soluzioni di ricollocamento per le persone che si trovano a bordo della Sea Wacht una volta sbarcati». Lo ha detto una portavoce dell'esecutivo Ue rispondendo a chi le chiedeva se Bruxelles possa svolgere un ruolo di coordinamento sulla Sea Watch 3. «Stiamo agendo su questa richiesta e siamo in contatto con vari Stati membri», ha aggiunto.
 

L'ITALIA FA UN PASSO FORMALE CON L'OLANDA
Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha dato «istruzioni all'Ambasciatore d'Italia all'Aja di fare, immediatamente, un passo formale presso il governo olandese» sul caso della Sea Watch. Lo riferisce la Farnesina in una nota.

SALVINI: «CHI SBAGLIA PAGA»
«L'immigrazione non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. L'Europa? Assente, come sempre». Così Matteo Salvini sulla nave Sea Watch 3 che sta entrando a Lampedusa. «Io non do autorizzazione allo sbarco a nessuno, non la do e non la darò mai, nessuno pensi di poter fare i porci comodi suoi sfruttando decine di disgraziati e fregandosene delle leggi di uno Stato. I governi di Olanda e Germania ne risponderanno, sono stufo», aggiunge il vicepremier in una diretta Facebook. 

«Chi se ne frega delle regole ne risponde - spiega il ministro dell'Interno - lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati pagata non si sa da chi». «Il comandante ha deciso di entrare a Lampedusa? - dice ancora Salvini - Sappia che l'autorizzazione allo sbarco non c'è, schiero la forza pubblica, il diritto alla difesa dei nostri confini è sacra. Se in Europa esiste qualcuno ora li dimostri, se c'è governo ad Amsterdam con un pò di dignità lo dimostri».

«Chiamerò il premier Conte ed il ministro Moavero. Non esiste che Paesi europei se ne fottono di quello che fanno navi battenti bandiera del loro Paese. È un comportamento indegno. L'Unione europea è assente, non esiste, mi sono rotto le palle. C'è un limite alla sopportazione, i confini di un Paese sono sacri, le leggi si rispettano», sottolinea Matteo Salvini su facebook. «Useremo ogni mezzo legale - ha assicurato il ministro - per fermare questa situazione. I migranti vadano un pò ad Amsterdam, un pò a Berlino e quel che avanza a Bruxelles. Non si capisce perché debba rispondere l'Italia ed i cittadini italiani e questo vale anche per qualche vescovo che dice 'ci penso io'. Basta. Occupiamoci degli italiani in difficoltà, non del resto del mondo che vuole esser mantenuto a spese degli italiani».


 

DI MAIO: «UE SI SVEGLI, VA RIVISTO DUBLINO» 
«L'Europa deve svegliarsi, ecco cosa penso. Penso che l'Europa debba aprire gli occhi, fare un tavolo e rivedere Dublino perché non è possibile che tutti i migranti continuino a sbarcare in Italia. Non abbiamo bombardato noi la Libia». Lo sottolinea, interpellato dall'ANSA sul caso della Sea Watch 3, il vicepremier Luigi Di Maio.

SINDACO LAMPEDUSA, «ISOLA TRANQUILLA»
«A Lampedusa è tutto tranquillo, l'operazione si sta svolgendo a mare e sull'isola non è ancora arrivato alcun riverbero. Esattamente per come è stato in questi giorni perché la Sea Watch non era visibile visto che era a 15 miglia dalla costa». Lo ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello, commentando l'ingresso in acque italiane della nave della Ong.
«Lampedusa è stupita - ha aggiunto Martello - perché gli sbarchi continuano ad esserci. Nelle ultime ore sono arrivati 8 tunisini e invece, per questa nave, si sta facendo polemica. Una cosa è certa, Lampedusa non vuole che si facciano allarmismi. La stagione estiva è appena iniziata e nessuno vuole che l'immagine dell'isola venga pregiudicata».

BOLDRINI: «GOVERNO SADICO, FACCIA SCENDERE PERSONE DA SEA WATCH»
«Un governo incapace e sadico si accanisce sulle Ong e lascia 43 persone in mare solo per fare propaganda sulla loro pelle. Vergognatevi, adesso basta, fateli scendere!». Così Laura Boldrini, ex presidente della Camera, su twitter. 

 

MULTA E CONFISCA, COSA PREVEDE DL SICUREZZA 
L'ingresso della Sea Watch nelle acque italiane fa scattare per la prima volta contro una ong le misure contenute nel decreto sicurezza bis fortemente voluto dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, proprio per contrastare in modo più efficace l'attività delle navi umanitarie. Sono i primi due articoli, in particolare, ad introdurre alcune novità. Il primo assegna al ministero dell'Interno il potere di «limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica» oppure quando si concretizzano le condizioni previste dalla Convenzione Onu sul diritto del mare riguardo al «passaggio non inoffensivo» di una nave perchè fa «il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero». Nel caso della Sea Watch, l'alt all'ingresso nelle acque italiane è stato intimato da una motovedetta della Guardia di finanza. Se il divieto di ingresso non viene rispettato - come oggi per la Sea Watch - scatta l'articolo 2 del dl che applica al comandante e, «ove possibile, all'armatore e al proprietario della nave», la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 10.000 a 50.000 euro. In caso di reiterazione commessa con la stessa nave, si applica anche «la sanzione accessoria della confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare». All'irrogazione delle sanzioni, «accertate dagli organi addetti al controllo, provvede il prefetto territorialmente competente». Cioè quello di Agrigento per la Sea Watch. 

AMBASCIATORE RICEVUTO IN OLANDA
L'ambasciatore italiano all'Aja, Andrea Perugini, cui il ministro degli Esteri Enzo Moavero ha dato istruzioni per fare un passo formale presso il governo olandese, è stato ricevuto nel pomeriggio dalla sottosegretaria alla Giustizia competente per l'immigrazione, Ankie Broekers Knol. È quanto apprende l'Adnkronos, mentre da Palazzo Chigi si insiste sulla necessità di «proseguire nelle iniziative formali volte a verificare l'eventuale condotta omissiva» del governo olandese. Dall'Aja, al momento, l'unica reazione che arriva è quella del ministero della Sicurezza e della Giustizia, che si occupa del caso Sea Watch 3, con l'assicurazione che «arriverà in settimana la risposta» alla lettera che il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha inviato all'Olanda domenica scorsa. Una lettera nella quale si diceva tra l'altro «incredulo per il disinteresse» dei Paesi Bassi nei confronti di una nave di loro bandiera.

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