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«L’obiettivo è tornare a settembre in presenza - ha dichiarato Conte - sulla scuola giochiamo una partita importante tutti, non solo il governo». E la riapertura sarà dettata dalle misure di sicurezza da mettere in campo: «Oltre alle mascherine – ha spiegato Azzolina - ci sarà la possibilità di usare le visiera anche per andare incontro alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie e ipoacusici. Il Cts sta valutando anche la possibilità di compartimentare i banchi, con divisori, anche per garantire maggiore sicurezza. Arrivano 330 milioni per l’edilizia leggera». Per edilizia leggera si intende anche la possibilità di allestire tensostrutture negli spazi all’aperto: «Non penso siano possibili doppi turni – ha spiegato la ministra - e sdoppiamenti delle classi. Guardo piuttosto a una rimodulazione dell’unità oraria». L’idea è di ridurre le lezioni a 40 minuti.
Ma ieri non sono mancate le polemiche. I presidi sanno bene che con il distanziamento e senza nuovi fondi la scuola in presenza non reggerà, mentre i confederali Cgil, Cisl e Uil con Snals e Gilda incroceranno le braccia l’8 giugno, in occasione dell’ultimo giorno di scuola: «Serve un provvedimento legislativo organico: le norme di prevenzione impongono un incremento delle dotazioni di organico». Sulla questione è intervenuto anche il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro: «servono interventi urgenti come lo sblocco dell’assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta». riproduzione riservata ® Leggi l'articolo completo su
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