Disperazione, silenzio, angoscia. Per i genitori di Marco Meneghello, uno dei due piloti morti ieri nello schianto dei due aerei a Guidonia, alle porte di Roma, c'è ancora incredulità, come un incubo da cui ci si vuole solo risvegliare. «È un brutto colpo, un grandissimo dolore, stiamo vivendo una tragedia immensa di cui facciamo ancora fatica a renderci conto», dice con un filo di voce Giuseppe Meneghello, ex-carabiniere in pensione, racconta L'Arena.
La passione per il volo
L'uomo che vive a Orti di Bonavigo, nel veronese, in una casa in campagna ha perso suo figlio primogenito, maggiore dell'Aeronautica Militare che ad agosto avrebbe compiuto 46 anni. Insieme a lui ha perso la vita in una missione addestrativa il tenente colonnello Giuseppe Cipriano. Meneghello aveva all'attivo 2.600 ore di volo, un pilota molto esperto, che era entrato nel corpo militare nel 1999, era il maggiore degli altri due fratelli Alberto e Mattia, che sono corsi insieme alla loro mamma, Simonetta, in casa del papà, il primo ad apprendere la notizia.
@leggoit Due aerei si scontrano durante un’esercitazione, un pilota cade tra le palazzine ma evita la strage con una manovra da eroe #aereo #guidonia #morti #aeronautica #roma ♬ suono originale - Leggo
Tanto dolore
Nella casa di Meneghello è una processione silenziosa e colma di dolore. Amici del pilota, amici di famiglia, colleghi carabinieri, parenti. Tutti vogliono portare la loro solidarietà ad una famiglia sfiancata dal dolore. «Entrare in Accademia era il suo sogno sin dai tempi del liceo», conferma commossa Letizia Isolani, sua compagna nella scuola secondaria Da Vinci di Cerea, «aveva un grande cuore e la stoffa del leader, me lo ricordo sempre sorridente e solare. La nostra vecchia classe è tutta profondamente addolorata».
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