«C'è rabbia. Spero sia l'ultima volta, non è più tollerabile. Impararlo a poche ore prima, oltre al danno c'è la beffa. È inaccettabile». Così, il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini ha replicato, intervenendo alla trasmissione 'Mattino 5' a chi gli chiedeva un commento sulla decisione del Governo di spostare la riapertura degli impianti di sci al 5 marzo.
«Abbiamo imparato dalle agenzie di stampa cosa sia successo - ha aggiunto-: chiediamo agli esperti meno interviste e un pò più di lavoro dove si deve discutere. I cittadini non capiscono più nulla. Questo metodo è inaccettabile».
ZAIA: ORA SI PAGHINO I DANNI «Le Regioni che avrebbero riaperto oggi, Lombardia e Piemonte, hanno saputo del nuovo stop quattro ore, dico quattro ore, prima della riapertura possibile degli impianti. Dietro alla montagna invernale ci sono sì gli impianti di risalita, i grossi operatori. Ma c'è anche una nuvola densa di piccole attività, dalla ristorazione ai maestri di sci, che non è codificata ma è imponente. Ci sono gli stagionali ... Il danno è colossale».
Così Luca Zaia al Corriere della Sera. E aggiunge che con il nuovo improvviso stop alla riapertura degli impianti sciistici «ora non si può parlare solo di ristori.
CIRIO (PIEMONTE): PREOCCUPATO SE QUESTO E' IL MODO. «Mi appello a Mario Draghi, di lui mi fido: voglio vedere questo atto come la coda del governo che è appena passato. Non posso considerarlo, nel metodo, come il primo atto del nuovo esecutivo». Lo afferma il governatore del Piemonte Alberto Cirio su 'La Stampà, dicendosi «allibito» a proposito della decisione di fermare gli impianti sciistici. «Voglio sperare che questo sia l'ultimo provvedimento del ministro Speranza impostato con il metodo Conte - osserva - non c'è stata nessuna interlocuzione con le Regioni, solo qualche messaggio. Ô una situazione inaccettabile e che per altro condanna alla chiusura definitiva della stagione. Se questo è il modo con cui il governo Draghi pensa di sostenere le nostre imprese e i nostri cittadini, c'è da preoccuparsi fortemente». Il governatore ribadisce che «non è una questione di merito ma di metodo: i dati della settimana a Roma si conoscono il mercoledì. Già da mercoledì il governo sapeva quali regioni sarebbero rientrate in zona gialla. Aspettare la domenica alle 19 per modificare le regole non è accettabile. Vuol dire che non si vive nel mondo reale. Ci si dimentica che lo sci non è un divertimento, non è un gioco. Lo sci, per regioni come la nostra, è il primo prodotto turistico su cui vivono aziende, lavorano persone ed è un anno che sono fermi. Mercoledì il pre-report ha confermato la zona gialla. Venerdì, durante la cabina di regia, nessuno ci ha detto nulla di diverso e domenica sera alle 19 arriva un'ordinanza che blocca tutto? Questo vuol dire che chi ha firmato o vive in un mondo che non è quello reale oppure non ha rispetto per la gente che lavora, per le famiglie e per tutti quelli che si sono fidati dello Stato». «Il mondo dello sci aspetta ancora di capire come verrà risarcito - conclude Cirio - il governo continua a discutere sulle percentuali del sostegno e sul modello da seguire ma la sostanza è che non è ancora arrivato un euro. In Piemonte abbiamo 20 milioni che, d'accordo con l'Associazione regionale delle imprese esercenti trasporto a fune in concessione, aspettavamo a destinare perché volevamo fossero complementari a quelli statali. Ora il tempo è finito: il governo deve subito fare la sua parte».
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