Tre persone vestite con abiti scuri che camminano, distanti l'una dall'altra, una imbracciando una pala, un'altra un secchio con un sacchetto e un altro un attrezzo. È quanto si vede nel frame, diffuso dagli inquirenti, del filmato girato intorno alle 19.30 del 29 aprile vicino alla casa di Saman Abbas.
La diciottenne pachistana scomparsa nel Reggiano dopo che si era opposta in famiglia a un matrimonio combinato, sarebbe stata strangolata dallo zio Danish Hasnain. È quanto emerge dal racconto sconvolgente del fratello di Saman, riassunto nel verbale riportato oggi dalla Gazzetta di Reggio. «Tutto avviene sotto gli occhi del minorenne», ha riportato il quotidiano locale. Il padre si sente male, ma era stato lui ad affidarsi a Danish contro la figlia che si opponeva alle nozze. Quando Danish rientra in casa non ha nulla in mano, da questo il fratello deduce che la sorella sia stata uccisa con lo strangolamento.
Secondo gli investigatori i tre uomini ripresi sarebbero lo zio della ragazza pachistana scomparsa e due cugini, che stavano andando a scavare la fossa per la giovane, scomparsa il giorno successivo da Novellara (Reggio Emilia), dopo essersi opposta a un matrimonio combinato. Con l'accusa di aver ucciso la 18enne sono indagati i tre parenti e i due genitori, che sono rientrati in Pakistan. Uno dei cugini è stato fermato in Francia nei giorni scorsi e si attende che venga consegnato alle autorità italiane.
La sera del 30 aprile Saman aveva tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori.
LA TESTIMONIANZA CHOC
«Secondo me l'ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano». È in una testimonianza di un minorenne la possibile modalità dell'uccisione di Saman Abbas, ad opera dello zio Hasnain Danish, attualmente ricercato dai carabinieri e dalla Procura di Reggio Emilia. Danish avrebbe «pianto molto» e minacciato il minore «di non dire nulla ai carabinieri, con conseguenza la mia uccisione». Non avrebbe detto invece nulla su dove è stato nascosto il corpo. La notte tra il 30 aprile e l'1 maggio, sempre secondo la testimonianza, lo zio avrebbe detto ai genitori: «Ora andate in casa. Ora ci penso io».
LE RICERCHE
«Proseguono le ricerche dei resti della persona offesa, che purtroppo riteniamo sia deceduta. Non darei nessun riscontro positivo a quello che ha detto il padre, abbiamo appurato che in Belgio non c'è la ragazza». Lo ha detto la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi, parlando di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da Novellara. Il padre della giovane, dal Pakistan, aveva detto a un giornalista che Saman è viva, che si trova in Belgio, e di averla sentita.
La Procura di Reggio Emilia è ottimista sulla possibilità di trovare il corpo di Saman Abbas, nei campi di Novellara. Lo ha spiegato la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi. Condizioni meteo permettendo, da domani si partirà con l'utilizzo di un elettromagnetometro. «Io penso - ha detto Chiesi - che un mese sia un periodo che consente di trovare» i resti con «strumenti che danno conto della discontinuità del terreno».
La Procura contesta la premeditazione ai cinque indagati per l'omicidio di Saman. Lo ha confermato la procuratrice Chiesi. Indagati sono i genitori, due cugini e uno zio. Quanto al fatto che quest'ultimo sia ritenuto l'esecutore materiale del delitto, Chiesi si è limitata a dire: «Difficile sapere adesso chi è l'esecutore materiale, non sappiamo neppure la modalità».
«Noi pensiamo sia in Europa, vi è molta collaborazione da parte di Francia, Spagna, Svizzera. Hanno i nominativi, sanno chi devono cercare». Lo ha detto lo stesso procuratore Isabella Chiesi, parlando dello zio di Saman Abbas, ritenuto responsabile dell'omicidio della ragazza, i cui resti non sono ancora stati trovati. Lo zio è ricercato, così come un cugino, mentre un altro cugino, Ikram Ijaz, è stato arrestato domenica scorsa a Nimes, in Francia e ancora non si conosce il giorno in cui sarà consegnato all'Italia. La procuratrice ha detto che si esclude che i tre siano partiti con un'auto propria. Rispetto ai genitori di Saman, Chiesi ha risposto a una domanda dei giornalisti dicendo che «non sono state esperite attività di cooperazione internazionale», ovvero rogatorie.
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