Arrivano gli ucraini, Roma a porte aperte: fondi per hotel in crisi e famiglie che offriranno stanze e accoglienza

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Posti letto nelle case dei romani e stanze negli hotel, oltre a farmaci e beni di prima necessità: Roma si prepara ad accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra. In questi ultimi giorni sono stati raccolti cibo e medicine e molti camion sono già in viaggio. Ma ora è il momento di pensare a chi nelle prossime ore arriverà a Roma. 


STANZE D’ALBERGO Il Campidoglio ha messo in piedi una task force operativa, coordinata dall’assessora alle politiche sociali Barbara Funari, che si riunirà tutti i giorni per attivare immediatamente il piano di accoglienza. Al lavoro anche la Prefettura, in attesa della direttiva del Ministero dell’Interno con i numeri recisi delle persone in arrivo. Si parte con una verifica con gli operatori del settore ricettivo: c’è la possibilità di mettere a disposizione le stanze degli alberghi su Roma e provincia. Potrebbero essere coinvolte, su base volontaria, le strutture chiuse e ferme da mesi a causa della pandemia. Per questo servirà una convenzione ad hoc con le associazioni come Federalberghi. Lo stesso farà la Regione Lazio che, nell’incontro con il dipartimento della Protezione civile, ha dato disponibilità ad attivare nel breve periodo le strutture ricettive. 
AIUTI PER CHI ACCOGLIE IN CASA In campo anche le associazioni di volontariato per mettere in rete la disponibilità di alloggi anche presso le famiglie che, negli ultimi giorni, si sono fatte avanti per offrire posti letto. «In questo frangente – ha spiegato l’assessora Funari - è nostro dovere attivarci per avviare ogni percorso possibile per accogliere chi fugge dalla guerra e per far sentire la nostra vicinanza ai tanti cittadini ucraini che vivono e lavorano nella Capitale». Secondo le stime sono circa 11mila le donne ucraine che vivono e lavorano a Roma, spesso nelle case come baby sitter o badanti. Potrebbero essere previsti quindi dei sostegni a quei datori di lavoro che consentono alle donne ucraine di accogliere in casa i famigliari che scappano dalla guerra. 

SCUOLE IN PRIMA LINEA Pronta ad accogliere i bambini anche la scuola Valente della preside Lauricella: «Possiamo ospitare gruppi di bambini ucraini per trascorrere alcune ore in classe, ricreando una normalità». Al liceo Mamiani, invece, la preside Sallusti sta raccogliendo beni di prima necessità che verranno portati alla Chiesa ucraina di Boccea dal personale scolastico e dai ragazzi maggiorenni che guidano un veicolo. Leggi l'articolo completo su
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