La percezione dei residenti non rincuora e a leggere i numeri delle forze dell’ordine presenti in campo per il controllo del territorio si prende atto del calo avvenuto nell’ultimo decennio e stimato intorno al 20%: con mille agenti di polizia e 2 mila caschi bianchi in meno. È vero comunque che nella Capitale sono diminuiti i reati – dalle rapine ai furti – ma non si è ridotta l’insicurezza percepita dai cittadini, come confermano fonti del Viminale, che si basa su un parametro diverso dal numero delle denunce effettivamente esposte.
La presenza di immigrati, gli insediamenti abusivi, lo svuotamento dei quartieri periferici hanno contribuito a rendere la città meno accogliente. Le stazioni dei treni sono percepite come luoghi di pericolo, mentre il degrado visivo fa il resto e gioca una parte molto importante tra i cittadini. E se è al via un progetto di videosorveglianza integrata in collaborazione tra Viminale e Mise da 3,5 milioni di euro per mettere in rete tutte le telecamere degli enti pubblici, coinvolgendo anche quelle delle banche, fonti della Questura di Roma fanno sapere che dal 2016 è attivo il “Piano coordinato di controllo del territorio”.
Cos’è? Un piano gestito da polizia e carabinieri che in maniera alternata garantiscono il pronto intervento nella Capitale divisa nel piano in 3 zone. In tutta la provincia – dati Prefettura – sono a lavoro 36 mila uomini tra carabinieri, guardia di finanza, polizia, mentre l’esercito contribuisce con 1.950 militari disseminati sulle strade della città. E pur tuttavia la condizione odierna è molto diversa da quella di dieci anni fa e ancor più lontana dallo “schema” che la Capitale poteva sfoggiare – almeno nei numeri – negli anni Novanta.
I NUMERI
I Carabinieri presenti in città oggi sono circa 4 mila che salgono a 6 mila a livello provinciale. Il corpo dei vigili urbani si compone di 6 mila unità (ma la dotazione organica teorica è di 8 mila) e secondo il Campidoglio solo il 60% è in strada, la Questura di Roma conta su circa 7 mila agenti: mille in meno rispetto a quelli degli anni Novanta. Questa soglia – che contempla i poliziotti distribuiti nei 40 commissariati, nel reparto delle volanti, nella Squadra Mobile, nell’Anticrimine – arriva a 9.500 unità se aggiungiamo i reparti “Polaria” di Ciampino, Fiumicino, Urbe, il reparto Mobile, la stradale e la Polizia Ferroviaria. «La carenza di personale e di mezzi – commenta Saturno Carbone, segretario generale del Siulp, Sindacato italiano unitario lavoratori di polizia – è sotto l’occhio di tutti, si garantiscono gli interventi in emergenza solo grazie all’abnegazione dei poliziotti che in molti casi devono recuperare riposi e ferie arretrate di due anni».
I TERRITORI
A voler traslare la situazione sui singoli territori della Capitale, basta prendere alcuni dei commissariati più delicati, perché inseriti in contesti sociali tutt’altro che semplici, per rendersi conto che un problema c’è.
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