Milano, 18enne ucciso con 3 colpi di pistola davanti alla moglie mentre dorme in un furgone. L'incontro con i killer prima dell'agguato

Le indagini sono affidate agli agenti della Polizia di Stato

Un diciottenne è stato ucciso con tre colpi d'arma da fuoco al torace poco dopo le tre della notte scorsa in via Varsavia, alla periferia di Milano, vicino all'ortomercato. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo sinti di origine bosniaca, era a bordo di un furgone con la moglie quando è stato avvicinato da alcuni uomini che gli hanno sparato. Il giovane è stato soccorso dagli operatori del 118 ma è morto all'ospedale Policlinico. Le indagini sono affidate agli agenti della Polizia di Stato.

 

Chi era la vittima

Jhonny Sulejmanovic, nato il 20 luglio del 2005, stava dormendo nel furgone con la moglie, che non è rimasta colpita nella sparatoria ma è stata portata in ospedale in stato di choc. La Squadra Mobile di Milano sta indagando tra le conoscenze del 18enne ucciso nel corso della notte in via Varsavia a Milano. I killer, dopo aver rotto con dei bastoni e mazze i vetri del furgone in cui dormiva con la moglie, rimasta illesa, avrebbero trascinato la vittima fuori e gli hanno sparato. La coppia, a quanto si è saputo, non era arrivata da molti giorni con il furgone nella piazzola in cui dormiva.

Nella zona non è insolito trovare roulotte o furgoni con persone, soprattutto nomadi, che vi dormono.


 

 

Prima del delitto il 18enne ha incontrato i killer

I killer di Jhonny Sulejmanovic, 18enne ucciso la notte scorsa in via Varsavia, alla periferia di Milano, si erano già recati più volte, nel corso della giornata, al suo furgone, probabilmente per discutere. Non è ancora chiaro se nelle ore precedenti la vittima avesse incontrato tutte e tre le persone che hanno partecipato al delitto o soltanto una o due, ma le targhe delle auto di cui si sono serviti i presunti responsabili sono state già identificate.

Il gruppetto è tornato per l'ultima volta al furgone Fiat Ducato in cui si trovava il ragazzo con la moglie poco dopo le 3 del mattino e, dopo avere infranto i vetri a colpi di bastone, uno di loro ha sparato alcune volte.

Il pm di turno Pasquale Addesso disporrà nelle prossime ore l'autopsia sul corpo del 18enne che, da un primo accertamento, sembra essere stato colpito tre volte. Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza e hanno iniziato ad ascoltare possibili testimoni. Tra questi anche la moglie di Sulejmanovic, che è riuscita a scendere dal furgone e ad allontanarsi appena ha capito ciò che stava accadendo, e i genitori, che vivono a loro volta in un camper nella zona.

 

La famiglia del giovane: «Sappiamo chi è stato»

La famiglia di Jhonny Sulejmanovic ha detto di conoscere chi ha compiuto l'agguato che ha ucciso il loro congiunto. Il fratello del ragazzo ha puntato il dito contro i tre killer che hanno compiuto l'agguato mortale di stanotte indicandoli alle forze dell'ordine.

 

La paura dei residenti

Sulla vicenda prende posizione Francesco Rocca, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Milano secondo il quale quello della notte scorsa «è il più grave episodio di una situazione di illegalità e degrado presente da anni in zona Ortomercato». «Sono anni che i residenti esasperati segnalano le problematiche – scrive Rocca –. Oltre al cimitero di auto bruciate e rubate in via Bonfadini, all'entrata del campo nomadi di origine abruzzese e a fianco del mercato ortofrutticolo, in via Varsavia è presente da tempo un camping per carovane rom di origine balcanica».

«Non solo, tutte le domeniche, da oltre dieci anni, il parco Alessandrini e i marciapiedi di via Monte Cimone e piazzale Cuoco sono occupati abusivamente da venditori di merce rubata – conclude –. Il triangolo del degrado, Bonfadini-Varsavia-Cuoco, è come una pentola a pressione, esplosa con un omicidio consumato questa notte». «Succederà qualcosa? Ci auguriamo che le Istituzioni cittadine, a partire dall'Amministrazione comunale, ascoltino le grida dei residenti e abbiano una maggiore attenzione per questa zona, abbandonata da molto tempo», conclude.

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