Un uomo di 43 anni è finito a processo per omicidio volontario aggravato, per non aver soccorso la fidanzata colpita da polmonite, pensando che fosse in overdose. Fausto Chiantera, ha somministrato stupefacenti alla compagna, rendendola incosciente, e invece di chiamare i soccorsi l'ha gettata sotto la doccia e ha aperto l'acqua gelata, pensando che fosse un buon modo per farla tornare in sé, riporta Il Messaggero. Nel mentre, continuava a farle fotografie, che inviava su WhatsApp agli amici chiedendo consigli.
Meteo, uragano di neve sull'Italia: in arrivo venti di tempesta e piogge torrenziali. Ecco dove
Il processo
È stato rinviato a giudizio su richiesta dei pm Antonio Verdi e Stefano Pizza, che gli contestano anche la cessione di stupefacenti, le lesioni e i maltrattamenti in danno della donna, andati avanti dal febbraio 2020 al 18 gennaio 2022, giorno del decesso e dell'arresto dell'uomo.
Ossessivo e violento
Dalle indagini è emerso che il 43enne aveva il pieno controllo della vita della sua fidanzata. Una vera ossessione, che l'aveva portato a farle buttare il cellulare, per usarne uno in comune e controllarla con un'app in tutti gli spostamenti e nei contatti. La picchiava se riceveva messaggi che non gli andavano bene. E la minacciava di divulgare filmati a sfondo sessuale nei quali era stata coinvolta. Le avrebbe addirittura somministrato psicofarmaci senza prescrizione, in modo da renderla dipendente da lui. Poi, una delle accuse più gravi: avrebbe isolato la donna anche dalla figlia, impedendole di vedere la bimba, oppure presentandosi durante gli incontri.
Per mesi ha anche preteso denaro: usava a suo piacimento la carta di credito di lei. Le lesioni sono state riscontrate anche dal medico legale: al naso, a una palpebra, al labbro, al petto. Ora Chiantera dovrà difendersi davanti alla Corte d'assise: il processo inizierà in aprile.
Leggo.it