«Quegli stranieri rapiscono i bambini»: psicosi a scuola, interrogati tre pakistani. Ma era tutto falso

«Quegli stranieri rapiscono i bambini»: psicosi a scuola, interrogati tre pakistani. Ma era tutto falso
Quando la paura dello straniero diventa psicosi: una storia assurda è quella che si è verificata oggi nel Sud Italia, precisamente a Potenza, in Basilicata, dove tre uomini di origine pakistana sono stati rintracciati e interrogati. La loro "colpa" sarebbe stata quella di passeggiare vicino ad una scuola, l'Istituto 'Torraca' in via del Popolo: alcuni genitori hanno notato i tre stranieri, affermando di averli visti intenti a filmare i bambini con il telefonino per poi allontanarsi. Gli stessi genitori hanno fotografato i tre uomini, avvisando i docenti della scuola e la Digos.


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La notizia, unita alla paura dei presunti "rapitori di bambini", è diventata di pubblico dominio in breve tempo: i tre sono stati rintracciati, due a Potenza e un terzo uomo ad Anzio, in provincia di Roma. I primi due, richiedenti asilo che vivono a Potenza, accompagnati in Questura hanno confermato di essersi fermati per qualche minuto nei pressi della scuola e di essere andati via prendendo l'ascensore di via del Popolo, ma hanno negato di aver girato dei video.

Mostratisi collaborativi, hanno mostrato anche le gallery dei loro cellulari in cui non c'era alcuna immagine dei bambini della scuola di Potenza. Stessa versione data anche dal terzo straniero, rintracciato dagli agenti del commissariato di Anzio. Una psicosi inutile e tre uomini finiti subito sotto accusa, nonostante non avessero fatto niente, se non camminare e fermarsi a chiacchierare vicino ad una scuola.

Sulla vicenda è intervenuto il presidente del coordinamento della Regione Basilicata per i migranti, Pietro Simonetti. «La fabbrica dell'odio e della paura procede senza sosta», ha detto. «Se ci sono rapitori, vanno colpiti. Se ci sono persone che producono allarme nella comunità -ha detto- si dovrebbe fare lo stesso per garantire la sicurezza alle famiglie e ai loro bambini». 
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