Era a Ginevra, in quel momento. E così è nata l'idea del ponte da regalare alla città. Un'idea che è filosofia: perché quel nuovo viadotto sarà l'espressione stessa del significato che porta in sé la parola 'pontè: una progressione, un andare oltre l'ostacolo, una cosa che unisce. «Quello del ponte è un tema che tocca tutti e tutte le corde: da quella tecnologica a quella poetica», ha detto stamattina Piano uscendo dalla Regione dove ha incontrato il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci.
Poi invita alla memoria: «l'architettura - ha spiegato - fa questo: celebra e costruisce, la città costruisce cambiamenti e documenta. L'importante è non cadere nella retorica» che di retorica, come di polemica, sulla caduta del ponte se n'è fatta fin troppa. «Spero di essere utile, lo faccio con molta convinzione - ha detto ancora Piano - Bisogna che la città ritrovi orgoglio e riscatto, bisogna ricostruire questo ponte e ripensare l'intera area della val Polcevera. Il ponte lo costruiscono gli ingegneri, ma sono lieto di poter essere utile al progetto perché dietro al ponte c'è l'orgoglio e la bellezza della città». Un regalo, quello di Piano, che già aveva fatto la stessa cosa dopo la tragedia del crollo della Torre Piloti. Un regalo alla sua Genova che, in questo caso, diventa un dono per l'Italia intera. Leggi l'articolo completo su
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