Telefonini, il diktat di Papa Francesco: «Spegneteli in ferie e riposatevi davvero»

Il Papa e l'invito ai fedeli per le ferie: «Spegnete i telefonini e riposatevi davvero»

Il Papa invita i fedeli a riposare, a «non passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie», magari spegnendo il telefonino e apprezzando le bellezze della natura, il silenzio, il tempo per la preghiera. Perché «non basta 'staccare la spina', occorre riposare davvero». Un invito agli altri che suona come un richiamo anche alla sua quotidianità in questi giorni di convalescenza dopo l'intervento e il ricovero al Policlinico Gemelli di Roma. Per il primo Angelus di Francesco a piazza San Pietro, dopo l'assenza dovuta appunto alla permanenza in ospedale, i fedeli sono accorsi in tanti.

 

Lunghe file ai controlli prima di entrare in piazza e applausi e incoraggiamenti al Pontefice si sono ripetuti durante la preghiera mariana. In Vaticano non si vedeva così tanta gente da mesi. Francesco è apparso ancora un pò pallido e smagrito. Un paio di volte ha dovuto interrompersi per colpi di tosse. Ma tutto sommato è sembrato in buona salute, considerato l'intervento in anestesia e anche l'età. Il Pontefice ha dunque invitato i fedeli a recuperare, in questo periodo estivo, spazio per «il riposo del cuore».

 

C'è «un pericolo, che è sempre in agguato anche per noi: il pericolo di lasciarci prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dell'attivismo, dove la cosa più importante sono i risultati che otteniamo e il sentirci protagonisti assoluti. Quante volte - ha sottolineato Papa Francesco - accade anche nella Chiesa: siamo indaffarati, corriamo, pensiamo che tutto dipenda da noi e, alla fine, rischiamo di trascurare Gesù». Poi, al termine dell'Angelus ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni europee colpite dalle alluvioni, a Cuba e al Sudafrica. Il Pontefice ha invece parlato della bellezza del cinema e di quanto quest'arte possa fare bene anche in questi tempi di sofferenza in una intervista all'ex Prefetto della Comunicazione, mons. Dario Viganò: «La difficile situazione che stiamo vivendo, segnata a fondo dalla pandemia, genera preoccupazione, paura, sconforto: per questo servono occhi capaci di fendere il buio della notte, di alzare lo sguardo oltre il muro per scrutare l'orizzonte».

 

Bergoglio ha ricordato la sua passione, dai tempi in Argentina, per il neorealismo italiano. Cita poi Federico Fellini: «La strada è il film che forse ho amato di più». Infine annuncia che pensa all'istituzione in Vaticano di «una Mediateca, accanto all'Archivio e alla Biblioteca, per la raccolta e la custodia del patrimonio di fonti storiche audiovisive di alto livello religioso, artistico e umano». Intanto monta la polemica contro il suo Motu Proprio che limita la possibilità di celebrare la Messa tridentina, il rito in latino con le spalle rivolto ai fedeli. Se il commento dei Lefebrvriani che parlano di «gabbie come allo zoo» era tutto sommato atteso, i distinguo arrivano però anche dall'interno. Negli Stati Uniti il primo a uscire allo scoperto è il vescovo di San Francisco, mons. Salvatore Cordileone, che conferma che nella sua diocesi continueranno a celebrarsi queste Messe. Ma secondo il portale cattolico statunitense Cna questo rito sopravvivrà in tutti gli Stati Uniti. In Europa invece sono i vescovi francesi ad assicurare «attenzione e stima» per coloro che prediligono la Messa così come era celebrata prima del Concilio Vaticano II.

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