A rischio processo anche il marito della donna, Francesco Rizzo, e altri sette presunti complici. I reati contestati sono l'associazione per delinquere e la truffa. Per l'accusa, la Catanzaro sarebbe riuscita a incassare «grosse somme di denaro», almeno 4 milioni di euro in totale, raccontando alle vittime di essere in grado di evitare disgrazie varie, o convincendole a finanziare «la diffusione del messaggio evangelico». In questo contesto si inquadra il progetto che sarebbe dovuto consistere, afferma il pm, nella «realizzazione e diffusione nel mondo di croci». L'udienza preliminare è fissata il 21 giugno prossimo dinanzi al gip Stefania De Angelis. Dieci le persone offese, che potranno costituirsi parte civile.
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