La storia, raccontata dal quotidiano La Repubblica, viene da Melzo, nel milanese: la lettera, di appena 17 righe, dall'azienda ha comunicato l'addio in seguito alla riorganizzazione aziendale all'interno della ditta, la Greif, che si occupa di imballaggi metallici, «per giustificato motivo oggettivo». L'installazione della macchina 'Paint Cap Applicator', che svolge in automatico lo stesso lavoro svolto finora dall'operaio 61enne, ha di fatto indotto l'azienda a licenziarlo, non prima di aver cercato per lui altre mansioni: ma «purtroppo non è stata reperita alcuna posizione lavorativa vacante, essendo tutti i posti già occupati da altri dipendenti».
La ditta ha riconosciuto all'uomo l'indennità di legge, ma fallito il tentativo di conciliazione, il licenziamento è diventato effettivo. L'operaio si è rivolto all'avvocato penalista Mirko Mazzali, che intervistato dall'Adnkronos ha commentato così: «È ingiusto licenziare una persona che ha lavorato 30 anni in un posto, che si ritrova disoccupato a un passo dalla pensione, perché una macchina ha preso il suo posto. Un'ingiustizia tanto più grave considerando che è una persona con una disabilità tale da rendergli difficile la ricerca di un nuovo impiego». Leggi l'articolo completo su
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