Cerciello Rega, assolto in appello il carabiniere che aveva bendato il giovane americano condannato per l'omicidio del vicebrigadiere

Il giovane era stato fermato e portato nella caserma di via In Selci nelle ore successive alla tragica aggressione di Cerciello Rega

Cerciello Rega, assolto in appello il carabiniere che aveva bendato il giovane americano condannato per l'omicidio del vicebrigadiere

Bendato e ammanettato, così era apparso in foto Christian Natale Hjorth uno dei due americani condannati per l'omicidio nel 2019 del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Imputato per aver bendato il giovane, il maresciallo dei carabinieri Fabio Manganaro è stato assolto in appello il 26 aprile, con la sentenza della prima corte d'appello di Roma, perché «il fatto non costituisce reato». In primo grado Manganaro era stato condannato a due mesi per l'accusa di misura di rigore non consentita dalla legge.

 

Mario Cerciello Rega, la procura chiede 23 anni di carcere per i due americani

 

La vicenda

Il giovane era stato fermato e portato nella caserma di via In Selci nelle ore successive alla tragica aggressione di Cerciello Rega, ucciso con 11 coltellate in una strada della Capitale nel luglio del 2019, assieme a Finnegan Lee Elder. Nei momenti successivi alla morte del vicebrigadiere, il clima che si respirava in caserma era dei più tesi. «Mi hanno tenuto con gli occhi bendati per 45 minuti», aveva raccontato Hjorth, ma per Manganaro la decisione presa non era punitiva. Natale, si era giustificato il carabiniere, «tentava di divincolarsi si muoveva in maniera repentina avanti e indietro e, in quel momento, ho visto un foulard su un attaccapanni: ho chiesto a un collega di passarmelo e glielo ho apposto sugli occhi invitandolo a calmarsi. Io ho anni di servizio alle spalle e ho visto gente compiere gesti autolesionistici e volevo evitare che accadesse».

Nelle motivazioni della sentenza di primo grado il giudice monocratico affermò che la misura adottata dal sottufficiale «non è espressamente prevista dalla disposizione di legge» e quindi rappresenta «una assoluta anomalia» su cui «non si possono nutrirsi dubbi di sorta». Il tribunale aggiunse di non «riuscire a comprendere bene la relazione tra il bendaggio - si legge nelle motivazioni - di un individuo e la necessità di tranquillizzarlo ritenendo che, a differenza di quanto avviene per gli uccelli rapaci quando vengono privati degli stimoli visivi, un essere umano appena aggredito con quelle modalità dovrebbe, all'esatto contrario, agitarsi molto di più non potendo nemmeno vedere se qualcuno si appresta a colpirlo e da che punto arriva la minaccia (e del resto lo stesso Manganaro ha dichiarato anche di avergli coperto gli occhi ... per disorientarlo)».

 

La sentenza

«Questa sentenza deve essere letta e quando ci saranno le motivazioni dovrà essere approfondita dall'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e dall'ex comandante dei carabinieri, il generale Giovanni Nistri che per primi ebbero a condannare, senza nemmeno approfondire e attendere gli esiti processuali, l'operato di un militare che in 25 anni di servizio ha onorato l'Arma», ha affermato l'avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro. «Questa sentenza ristabilisce quella fiducia verso la giustizia che le conclusioni del pm in primo grado e con la sentenza del giudice monocratico si era smarrita», ha aggiunto il legale ricordando la condanna a 2 mesi inflitta in primo grado al suo cliente.

 

La nuova richiesta di condanna per i due giovani americani

Il 10 aprile scorso, intanto, il pg della corte di appello capitolina ha chiesto una condanna a 23 anni e 9 mesi per Finnegan e a 23 anni Hjorth, nell'ambito del processo di appello bis disposto dalla Cassazione. In particolare i supremi giudici avevano annullato per Elder la condanna a 24 anni con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per Hjorth, che era stato condannato a 22 anni, l'annullamento con rinvio riguarda l'accusa di concorso in omicidio.

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