Natale, in 300 al pranzo della Comunità di Sant'Egidio a Santa Maria in Trastevere

Natale, in 300 al pranzo della Comunità di Sant'Egidio a Santa Maria in Trastevere

 Si è consumato il pranzo di Natale organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Al termine della messa di Natale, una grande tavola imbandita sotto alla navata centrale fino all'altare ha accolto 300 persone tra volontari e anziani, immigrati, ucraini in fuga dal conflitto.

 

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Un messaggio di solidarietà e di pace è salito oggi dalla basilica di Santa Maria in Trastevere, vestita a festa per il quarantesimo anniversario del primo pranzo di Natale con i poveri della Comunità di Sant'Egidio. Una grande tavolata che da Roma si è estesa al mondo intero con migliaia di banchetti: dalle 47 persone sedute a tavola nel 1982 agli 80mila che hanno partecipato oggi in Italia e ai 250 mila in tutti i continenti.

 

C'erano, anche nella basilica trasteverina come in molti altri pranzi, alcuni ucraini fuggiti dalla guerra e accolti in Italia, insieme a senza fissa dimora, anziani, rifugiati venuti con i corridoi umanitari realizzati dalla Comunità. «Oggi - ha detto il presidente di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo - siamo felici di avere ospitato, in Italia e nel mondo, migliaia di persone e di esserci seduti a tavola con loro perché sono pranzi in cui si confonde chi serve e chi è servito». Rispettato il menù tradizionale della festa (lasagne, polpettone, lenticchie, dolci natalizi) e, come avviene in famiglia, anche il dono personalizzato, con il nome di ogni invitato.

 

Alla fine il saluto del parroco, don Marco Gnavi, che ha chiamato alcuni tra gli ospiti, come Armando e Iolanda, 97 anni, i più anziani della tavolata, Celeste venuta dalla Nigeria, Jubilé, che è stato per lunghi mesi con la sua famiglia nel campo profughi di Lesbo, e Anna con la sua piccola Pamela, siriane di Aleppo, che hanno lanciato un commovente messaggio di pace.

 

Presenti il sindaco Gualtieri e il segretario di Stato vaticano Parolin

 

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, presente al pranzo, ha parlato di «giornata di fratellanza e amicizia che corona un lavoro di tutti i giorni a favore dell'inclusione, dell'accoglienza e del dialogo». Mentre il cardinale segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, ha portato il saluto e gli auguri di Papa Francesco: «Si tratta di iniziative da moltiplicare perché abbiamo tutti bisogno di tanta solidarietà in questo momento. Cerchiamo di rendere migliore questo mondo».

 

Tante le iniziative che si sono tenute in contemporanea in un centinaio di città italiane e in altri paesi e continenti (oltre all'Europa, anche in Asia, Africa e America Latina) e che continueranno anche nei prossimi giorni di festa ad essere accompagnate dalla campagna solidale a favore di chi è povero e fragile (chiamando al 45586 da telefono fisso o inviando un sms, fino al 27 dicembre). Tra le altre, quella di domani nel carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso per un pranzo solidale con 410 detenuti.

 

 

 

 

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