Attorno allo strumento musicale, in un’ora in cui nessuno si cimentava con i tasti bianchi e neri, erano state viste aggirarsi persone sospette che, si temeva, avevano depositato qualcosa nel piano. Un sacco, una borsa. La paura ormai è tanta, da mesi e mesi, ossessiva. I sospetti vengono costantemente alimentati dal vento degli attentati che fanno stragi nel mondo. E le stazioni, come tutti i luoghi affollati, sono obiettivi sensibili per fanatici e fondamentalisti. Scatta l’allarme, arrivano gli artificieri e, giocoforza, devono letteralmente smembrare il pianoforte condiviso. Be’, che cosa trovano? Delle buste depositate da qualcuno dei numerosi senzatetto e sradicati che affollano Napoli Centrale, come quasi tutte le stazioni italiane. L’angoscia si dissolve in un sospiro di sollievo, ma il danno era irrimediabile. Perlomeno al momento. Lo strumento violato è rimasto al proprio posto, muto e solitario, sotto gli occhi intristiti dei viaggiatori. Fino a che non è stato tolto.
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