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Al triage, essendo buoni i parametri del neonato, al bimbo è stato dato un codice verde ed è stato messo in attesa insieme agli altri dieci piccoli pazienti in codice verde. Ma i familiari hanno iniziato a protestare perché non volevano attendere il loro turno e allora l'infermiera ha fatto entrare nell'area post triage il bimbo con la nonna. Nel frattempo sono arrivati al pronto soccorso dei codici gialli, tra cui bimbi con convulsioni e ipertermia severa che, essendo più gravi, hanno avuto la precedenza. A quel punto la nonna del neonato, non accettando - a suo avviso - di essere scavalcata da altri pazienti benché più gravi, ha chiamato il padre del bambino istigandolo a reagire. L'uomo ha iniziato a urlare e ha sfondato la porta del pronto soccorso e solo per un caso fortuito non è stata colpita un'altra piccola paziente che era all'interno dell'area triage per la valutazione.
I vertici dell'ospedale pediatrico sottolineano di essere «indignati per l'ennesima aggressione con atti vandalici verificatasi al Pronto Soccorso del Santobono. Sono sempre i familiari di pazienti con patologie spesso inappropriate per il pronto soccorso che si rendono responsabili di questi episodi. Oltre che intensificare i controlli e la sicurezza chiederemo un tavolo con Asl ed altre aziende affinché si faccia rete e si possa evitare l'iperafflusso all'ospedale Santobono istituendo anche il servizio di guardia medica per i codici bianchi in collaborazione con la AslNa1». I medici chiedono anche che i pediatri di base vengano forniti di apparecchiature per poter diagnosticare i codici bianchi, un'idea lanciata nei giorni scorsi dal ministro per la salute Roberto Speranza per i medici di base e che potrebbe essere allargata anche ai pediatri.
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