Il problema dello spaccio a Napoli è reale e coinvolge anche i più piccoli, anzi, piccolissimi. Ad appena otto e undici anni, i bambini vengono mandati in strada a consegnare dosi di cocaina ai tossicodipendenti, che a quei «muschilli» consegnano i 40 euro per la dose. E una delle mamme arrestate pubblica, fiera, sui social network la foto del figlio con una pistola in mano e una posa da camorrista: «Sei uguale a papà».
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Degrado senza fine
Come riportato da Mauro Sautto su Il Messaggero, è un degrado senza fine, quello che viene raccontato nelle pagine dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Torre Annunziata e condotta dai carabinieri della sezione operativa della compagnia oplontina, nei cinque mesi successivi a un insolito agguato avvenuto nel rione Poverelli. Diciotto persone sono state arrestate, tra queste ci sono sette donne. Sette mamme, alcune delle quali hanno insegnato ai figli minorenni che quello è il «mestiere» di famiglia, tra droga, armi e malavita.
Un altro scandalo del Rione Poverelli
Il gip che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare aveva stabilito il carcere per tutti i 18 indagati, ma due donne hanno figli piccolissimi e per loro è stato disposto il divieto di dimora in Campania. Ancora una volta, la storia di degrado sociale arriva da quel quartiere, troppo spesso venuto alla ribalta della cronaca, il Rione Poverelli tristemente noto per lo scandalo della pedofilia e per l’uccisione di una mamma coraggio, Matilde Sorrentino, che con le sue denunce fece emergere raccapriccianti violenze sui bambini all’interno della scuola elementare.
La condanna
Poverelli, il nome di quel rione sembra essere una condanna per quei bambini costretti ad avere a che fare con la droga. E uno di questi bambini, ad appena otto anni, scende in strada a consegnare le dosi.
Tra i fornitori di cocaina, hanno ricostruito gli investigatori, ci sono anche Lucia Gallo, 43 anni, e suo figlio Michele Colonia, 22enne, moglie e figlio di Giovanni Colonia, uno dei capi del clan Gallo-Cavalieri. E ancora Salvatore Carpentieri, 32enne noto come «Tore Viola» e già in carcere perché coinvolto nell’inchiesta sul Quarto Sistema di camorra di Torre Annunziata, insieme alla moglie Maddalena Gemignani, entrambi ritenuti tra i fornitori tramite Matteo Fraterno, 25enne anche lui già detenuto. Altri fornitori, secondo l’accusa, sono i fratelli Nicola e Gennaro Apuzzo, 35 e 30 anni. Tra i principali pusher del rione Poverelli ci sarebbe Andrea Evacuo, 43enne, insieme alla moglie Rita Ferraiuolo, 40enne. Lui, ai domiciliari, era diventato vittima di un agguato, nel quale però rimase ferito un 40enne di Gragnano, tossicodipendente e suo cliente. Da quell’episodio erano partite le indagini, che hanno riscontrato come l’agguato fosse legato a un presunto debito di droga non pagato da Evacuo, che nel frattempo avrebbe coinvolto nello spaccio una serie di familiari. In manette sono finiti fratelli, cugini e nipoti: Michele, Anna, Ilaria, Pasquale e Italo Evacuo (45, 47, 30, 26 e 24 anni), e ancora altre due donne di 27 e 26 anni, Maria Perotti e Giovanna D’Acunzo.
La madre orgogliosa
Scorrendo le pagine social di una delle donne finite in manette, spunta un post di una mamma orgogliosa. Due foto ritraggono suo figlio, sei anni appena, a torso nudo, con un medaglione d’oro al collo, posa da «guappo» e una pistola (di plastica, con tappo rosso) bene in vista: «Sei uguale al tuo papà, vita mia».
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