La loro mamma è morta dopo una lunga malattia, proprio pochi giorni prima dell'inzio della scuola. I due bambini di 11 e 13 anni, spaesati, potevano contare solo sul papà, impegnato con tante incombenze familiari e con il lavoro. E proprio i colleghi, con un gesto di grande solidarietà umana, hanno donato a quel papà le loro ore di permesso: 270 ore, per stare più vicino ai suoi figli.
Per Andrea Leoni, autista di San Donà, in provincia di Venezia che lavora per la società di servizi Veritas, al dolore per la perdita di sua moglie, Chiara Batacchi, 47 anni, si è unita la commozione per l'affetto ricevuto, racconta un articolo de Il Gazzettino.
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Generosità enorme
Chiara è morta la settimana scorsa, dopo aver lottato a lungo contro un tumore.
Ore preziose
Le 270 ore che ha ricevuto dai colleghi, corrispondono a circa trenta giorni di congedo retribuito, tempo per «stare con i miei figli, seguirli alla scuola media, il più piccolo va in prima, e potrò interessarmi per trovare un doposcuola. Lo scorso lunedì 12 c'è stato il funerale di Chiara, e il 13 iniziava la scuola. Nella nostra famiglia era Chiara che si occupava sempre di loro. Ho cercato di arrangiarmi ma è davvero dura» spiega Leoni a Il Gazzettino.
La lotta contro il tumore
Chiara è stata colpita da un tumore al seno. E' stata operata, e per anni ha fatto cure e controlli continui. Per otto anni il male sembrava andato via, poi di nuovo la malattia, più aggressiva di prima, fino al tragico epilogo, lo scorso 9 settembre, quattro giorni prima dell’inizio della scuola dei figli. Per dare coraggio a suo marito, la donna malata gli diceva: «Andrea ce l'hai fatta fino adesso, sono due mesi che fai tutto da solo a casa. Ce la farai, con il sorriso era lei, anche negli ultimi giorni».
Grazie ai colleghi
«Veritas è una grande azienda e con i colleghi ho un bel rapporto, come autista lavoro nell'area di Mestre. Tra quelli che mi conoscono in tanti mi telefonano. Sentire questa vicinanza fa tanto piacere. In questo momento difficile avevo veramente bisogno di questo gesto. Mi sento trattato come un amico» dice ancora Leoni, stupito dal grande affetto che ha ricevuto da tante persone.
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