«L’obiettivo della mostra è l’integrazione attraverso il gioco, ci siamo molto divertiti, ci siamo conosciuti, abbiamo visitato la città, abbiamo imparato il nome della frutta che abbiamo utilizzato nelle foto». «Durante l’estate 2018 ho avuto la fortuna di poter fare un workshop di educazione all’immagine al centro d’accoglienza Onlus Asante di Palermo e quindi di poter lavorare e collaborare con i ragazzi migranti ospiti del centro, che vanno dai 17 ai 23 anni – spiega Ludovica Anzaldi- Durante il tempo trascorso insieme abbiamo imparato a conoscerci e a raccontarci attraverso diverse tecniche: disegno, fotografia e video. Questa mostra è frutto del tempo trascorso insieme tra il centro d’accoglienza di Via Monfenera e le nostre visite alla biennale d’arte contemporanea Manifesta 12».
Nel workshop ai ragazzi sono stati forniti gli strumenti creativi per imparare a costruire un lavoro foto/video e a comporre immagini per elaborare un loro racconto personale. In mostra sono esposti un corpus di fotografie a colori realizzate da Hamissa Dembélé, Mory Sangare, Fofana Abdoulaye, Buba Drammeh e Kaita Aboubacar con un Hasselblad 500 che ritraggono gli stessi ragazzi - o anche la loro assenza - utilizzando i pochissimi oggetti che possiedono: camicie, scarpe, le sedie delle loro camere, le riproduzioni dei dipinti nei corridoi del centro insieme a frutta e verdura acquistate nel vicino mercato di Ballarò. E infine due video sempre realizzati dai giovani migranti che documentano le fasi del progetto. Accompagnano il percorso espositivo anche una serie di disegni a colori di Hamissa Dembélé in cui il giovane autore maliano reinterpreta i set fotografici. Leggi l'articolo completo su
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