La conferma è giunta all'edizione originale di Rolling Stone direttamente dal nipote del cantante, il fotografo Sam Esty Rayner: il giovane aveva anche raccontato la vicenda che aveva coinvolto lo zio musicista sui social. «In Italia, con simili psicopatici a piede libero, non mi sento al sicuro» - avrebbe commentato, stando al nipote, Morrissey - «Quello è stato un atto deliberato di terrore nei miei confronti, quel poliziotto ha fatto di tutto per spaventarmi».
Dalla Questura fanno sapere che i controlli sono stati necessari per misure di contrasto al terrorismo e che l'agente accusato da Morrissey si è comportato in maniera impeccabile. «L'autista si è subito mostrato collaborativo, il passeggero (il cantante inglese, ndr) invece si è rifiutato di dichiarare le proprie generalità sostenendo di non essere obbligato a esibire documenti che oltretutto non aveva con sé. L'uomo si è mostrato sprezzante dell'autorità ed era indignato di non essere stato riconosciuto», si legge in una nota riportata da Repubblica.it. Leggi l'articolo completo su
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