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Ne parla oggi il Corriere della Sera, che ha intervistato lo stesso Lyke: il giovane è stato multato la sera del 19 ottobre di 6.465 euro, sanzione poi rettificata il giorno dopo dai vigili e ridotta a 1.078 euro. Sempre troppo cara per il 24enne, che lavora come lavapiatti: «Non ho tutto quel denaro da pagare - ha detto al Corriere - ho paura, sto cercando un avvocato che mi aiuti. Sono a Torino per studiare, sto imparando l’italiano ma per mantenermi ho bisogno di lavorare».
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E proprio per andare a lavorare il ragazzo aveva bisogno del monopattino, non avendo la patente né i soldi per prenderla: e non conoscendo bene la nostra lingua, non era nemmeno a conoscenza delle regole sui monopattini elettrici. Ora è quasi terrorizzato: se dovessero venir fuori irregolarità sulla sua situazione in Italia, potrebbe persino essere espulso.
Su questi episodi si sta mobilitando il Club Monopattini Torino per «aiutare i ragazzi multati e lottare contro un atteggiamento sbagliato dei vigili». «Non c'è una normativa che prevede l'immatricolazione di questi mezzi e il nostro obiettivo è Torino pulita» dicono, mentre anche la Consulta Mobilità ciclistica e moderazione del traffico scende in campo. «Perché - si chiede - multare un monopattino pur sapendo che a breve partirà la sperimentazione e che, quindi, con tali regole il soggetto sarebbe in regola? Prendere di mira i monopattini, che come bici e pedoni rientrano negli utenti deboli della strada, parrebbe avere l'obiettivo di disincentivare la mobilità dolce. Ci chiediamo perché tale pugno duro non venga applicato anche agli automobilisti indisciplinati». Leggi l'articolo completo su
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