I giudici della seconda Corte d’Appello, presieduti da Giuseppe Ondei, dovranno ora decidere se confermare il non luogo a procedere o al contrario rinviare a giudizio il sindaco. Nel loro ricorso, i sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo sostengono che Sala, in qualità di ex numero uno di Expo, ha travalicato i limiti dei suoi poteri di deroga applicandoli in maniera impropria. In sostanza, Sala, assegnando direttamente la fornitura degli alberi alla Mantovani, avrebbe violato l’articolo 57 del codice degli appalti, che prevede che le deroghe possano essere applicate ai servizi ma non alle forniture, come in questo caso. Una sorta di “deroga della deroga” messa in atto, secondo i pg, violando la normativa italiana ed europea in materia.
I pg hanno anche evidenziato che da parte di Sala c’era «dolo intenzionale». Su posizioni opposte, invece, il gup Campanile, che aveva prosciolto Sala perché a suo avviso non c’era stata «nessuna delle violazioni di legge indicate dall’accusa» che avesse «trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto», senza contare che l’operato di Sala «ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del cda di Expo». Non solo. Il giudice ritiene che «ove si voglia sostenere che Sala abbia operato nella pura veste di amministratore delegato di Expo e non di commissario unico, non può ravvisarsi alcuna violazione della legge». Leggi l'articolo completo su
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