Bar, ristoranti, negozi piegati dal lockdown: in Comune la consegna simbolica di 3000 chiavi

Bar, ristoranti, negozi piegati dal lockdown: in Comune la consegna simbolica di 3000 chiavi
Milano esce dal lockdown lunedì. Loro invece no. Secondo l’ultimo decreto Conte, la loro saracinesca potrà essere sollevata soltanto dal primo giugno. Tra un lunghissimo mese. E - dicono - non possono più permetterselo. Per questo ieri tremila commercianti - la schiera più folta sono titolari di bar, ristoranti e gelaterie, ma anche quelli di negozi di abbigliamento, e tanti parrucchieri - hanno raccolto alcune decine di chiavi delle loro attività e le hanno consegnate al Comune. Un gesto simbolico perché - dicono - «rischiamo di scomparire». E anzi, qualcuno ha già dato forfait e svuotato i locali, perfino nel Quadrilatero della Moda.


Impossibilitati a organizzare una protesta di gruppo in piazza Scala, hanno inviato a Palazzo Marino tre delegati con vasi pieni di mazzi di chiavi. In fila indiana come Re Magi hanno consegnato “il dono” nelle mani dell’assessora al Commercio Cristina Tajani. I commercianti chiedono regole chiare su come riaprire. E la riduzione delle tasse locali. «Non sappiamo se riusciremo a riaprire a giugno perché non sono chiare nemmeno le regole - si sfoga il promotore dell’iniziativa, Alfredo Zini, ristoratore e presidente del Club Imprese Storiche di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza - abbiamo subito cali di fatturato del 70% e dovremo investire per adeguare le nostre attività a nuove misure di sicurezza. Noi viviamo di convivialità e al momento non sappiamo nemmeno se una famiglia di quattro persone può stare seduta insieme al tavolo di un bar o di un ristorante. E neppure come si potrà lavorare in cucina: di fronte alla stufa di un ristorante o di una pizzeria a volte lavorano due o tre persone in un metro e mezzo. Non si potrà andare certamente con i guanti di lattice sui fuochi, quindi cosa si farà nelle cucine, un piatto unico?.


Dalla Tajani hanno incassato «rassicurazioni e massimo sostegno». «Siamo vicini alle loro istanze - ha detto l’assessora - l’amministrazione sta già mettendo in campo tutti gli strumenti di sua competenza per sostenere la ripartenza del settore: dall’abbattimento dei canoni di occupazione suolo per chi metterà tavolini all’esterno delle proprie attività sino alla dilazione di Tari e altre imposte comunali».
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