«L'appello a fare scendere i migranti dalla nave Mare Jonio può apparire scontato e banale. Lo ripetiamo a ogni soccorso, ma appare quanto mai urgente davanti a quella che è stata ribattezzata la “nave dei bambini”. Mai così tanti e mai così piccoli. Fino a quando devono rimanere in mare? Tra l'altro oggi le condizioni meteo sono pessime». A dirlo all'Adnkronos è don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, a proposito della nave di Mediterranea Saving Humans ferma a 13 miglia dalla più grande delle Pelagie con a bordo 106 migranti, tra cui 22 bambini e diverse donne, tra cui otto donne in stato di gravidanza.
«Ogni giorno in più in mare - aggiunge - è un giorno di sofferenza per queste donne e questi bimbi». Lo stop allo sbarco resta incomprensibile per il parroco di San Gerlando, soprattutto perché «nella notte sono sbarcate 78 persone, siriani e cittadini del Bangladesh, provenienti dalla Libia, con uno sbarco autonomo. Perché allora accanirsi contro le Ong, perché continuare con questa lotta contro chi salva vite in mare? Mettiamo fine al più presto a questa agonia». «Capisco che il Paese in queste ore è impegnato su altri temi, eppure si è trovato il tempo di firmare il divieto di ingresso della Mare Jonio, come se il pericolo per l'Italia fossero poche decine di bambini e donne incinte», dice.
«Il giorno sulla #MareJonio è iniziato alle 5, pioggia in testa, lampi in cielo, le luci di Lampedusa in lontananza. “È l'Italia?”, mi chiede un uomo prima di iniziare a pregare inginocchiato sulla coperta termica. Difficile spiegare che sì, è l'Italia, ma non ci fanno entrare». Così, su Twitter Cecilia Strada, che si trova a bordo della Mare Jonio di Mediterranea.
Nel frattempo il gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto con una nota ha detto che gli oltre cento naufraghi che si trovavano sulla nave spagnola Open Arms sono stati costretti a una «illecita e consapevole privazione della libertà personale, costretti a bordo per un apprezzabile lasso di tempo contro la loro volontà». È quanto scrive il gip nel provvedimento con il quale ha convalidato il sequestro della nave Open Arms decidendo il dissequestro della imbarcazione che è già stata restituita ai proprietari.
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