Finazzer Flory: «Prima faccio danzare Dante al cinema, poi apro un "hub vaccinale" per iniettare cultura ed eventi»

Massimiliano Finazzer Flors

Reduce dal successo della lettura integrale della Divina Commedia in Duomo Massimiliano Finazzer Flory, regista, drammaturgo, attore, torna a Dante, questa volta in forma di danza, con un cortometraggio presentato al cinema Anteo il 17 gennaio (ore 19, replica il 26 a Citylife). Dante, per nostra fortuna racconta la Commedia in 29 minuti e 21 canti attraverso la danza contemporanea, coreografie di Michela Lucenti e voci fuori campo di Angelica Cacciapaglia e dello stesso Massimiliano Finazzer Flory che recitano i versi di Dante ora in prosa, ora in versi.

Dante al cinema, perché questa scelta? «Perché abbiamo bisogno di un “visibile parlare” come indicato nel X canto del Purgatorio. La Divina Commedia è una coreografia di ombre e luci e ora più che mai abbiamo bisogno di una visione. Del resto il cinema è un’esperienza filosofica di cui abbiamo bisogno».

Dante è ancora attuale fra la gente?

«Oggi più che mai perché dobbiamo dirci cristiani, eredi di una certa idea del diritto e soprattutto della carità. Non di meno se Dante fosse al potere saprebbe benissimo di quale equilibrio politico abbiamo bisogno»

. Il suo bilancio sulle letture della Divina Commedia in Duomo?

«Vincente e virtuoso. Restituire il senso del sacro è al tempo stesso l’esercizio della partecipazione all’ascolto sono espressioni dello stesso volto pubblico di una città. Mi stupisco di essere stato così fortunato ad aver avuto questa responsabilità».

E dopo Dante?

«Due progetti. A marzo, a due anni dalla zona rossa dell’epoca Covid, esce il mio film Ali Dorate che raccontò la città deserta. Mi pare necessario presentare una storia di quello che abbiamo vissuto. E poi, la relazione tra città e natura. In questa prospettiva Villa Arconati e il suo parco diventeranno un hub “vaccinale”, solo che inietteremo cultura ed eventi».

Leggi l'articolo completo su
Leggo.it