«No, assolutamente no. Ci ritroviamo di fronte a forme di categorizzazioni superficiali e inutili».
Molto superficiali.
«Quelle indicazioni, infatti, non sono basate su alcun fondamento e, di certo, non sono di alcun interesse ai fini scolastici. Si rischia di lasciar passare un messaggio sbagliato.
Quale?
«Il rischio, utilizzando affermazioni di carattere socio culturali simili, è di far passare una forma di discriminazione tra le varie sedi. Come se si volesse indirizzare le famiglie sulla scelta delle diverse sedi in base a queste caratteristiche e una scuola, questo, non deve farlo». Leggi l'articolo completo su
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