La giovane lo querelò, anche per gli insistenti messaggi d'amore al cellulare, poi ritirò la denuncia. Ma il reato è perseguibile d'ufficio e l'indagine è andata avanti. «Lei mi voleva - dice il pugile a Repubblica Palermo - erano i suoi genitori a ostacolare la nostra unione. Ma quello che ho fatto non lo rifarei».
«Il mio assistito - dice il legale del giovane Giusepe Piazza - nel 2011 ha ricevuto un decreto penale. Ci siamo opposti. Poi il silenzio e dopo anni è stato rinviato a giudizio l'anno scorso ma il reato è prescritto». La vicenda giudiziaria avrebbe anche limitato la carriera di Crivello, oggi sposato e con due figli, che non ha potuto accedere a gruppi sportivi delle forze dell'ordine. Leggi l'articolo completo su
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