Firenze, il giallo dei cadaveri nelle valigie. Spunta un quarto trolley con una gamba maschile.

Il sopralluogo dei Ris

Un altro macabro ritrovamento a Firenze nell'ormai noto “campo dei cadaveri”. Un quarto trolley è affiorato durante il sopralluogo per le indagini sul duplice omicidio. La valigia, la quarta nel giro di poche ore, è stata trovata dai carabinieri nel campo a ridosso del carcere fiorentino di Sollicciano in cui erano già state trovate le altre tre con cadaveri depezzati chiusi all'interno.

Il contenuto del quarto trolley è una gamba maschile che, con tutta probabilità, appartiene a Shpetim Pasho, scomparso insieme alla moglie Teuta nel 2015. I detective fiorentini, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, hanno dato un nome ed un volto alle vittime dopo l'esame di alcuni tatuaggi e dalle impronte digitali di Pasho. La comparazione delle impronte del cadavere maschile è stata effettuata dalla sezione impronte del Ris di Roma. Dai primi elementi raccolti sembrerebbe che a provocare la morte violenta di Pasho sia stata una coltellata alla gola. (Nella foto in basso i coniugi albanesi scomparsi nel 2015).

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I resti della donna, quelli della moglie Teuta, hanno svelato che è stata assassinata da qualcuno che l'ha asfissiata strangolandola dopo averla pestata fino a farle perdere i sensi. All'epoca della scomparsa della coppia, il figlio era detenuto nel carcere di Sollicciano per droga. Shpetim e Teuta Pasho facevano la spola fra l'Albania e la Toscana. Il 4 ottobre 2015 arrivarono in Italia. A partire dal 2 novembre 2015, la figlia ricevette una telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler più parlare con nessuno. Da quel momento in poi Teuta e Pasho svanirono nel nulla.

L'Interpol estese le ricerche anche in Germania ma senza esito. Le indagini sul duplice omicidio e sul depezzamento dei cadaveri, oltre a scandagliare le criminalità organizzata della zona, l'anonima sarda e quella albanese seguono anche altre piste come quella di un assassino seriale. La coppia di coniugi albanesi viveva a Scandicci, tristemente famoso alle cronache per i delitti del mostro di Firenze. 

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