Pescara, per protesta detenuto inchioda i genitali allo sgabello

Pescara, per protesta detenuto inchioda i genitali allo sgabello
Situazione fuori controllo nel carcere di Pescara. Sovraffollamento, personale sotto organico, risse, casi limite come quello di un detenuto di origine italiana che, in segno di protesta, nei giorni scorsi si è inchiodato lo scroto allo sgabello. Richiedendo l'intervento del 118, per la rimozione del chiodo di ferro e le cure. La denuncia arriva da Sabino Petrongolo segretario regionale Unione sindacati di polizia penitenziaria. «Siamo in agitazione da maggio scorso - spiega -. Rischiamo il collasso».


Il “San Donato” ospita 408 detenuti, ha una capienza per 270. Il sovraffollamento aumenta il malessere e acutizza la situazione. «Le tre sezioni più grandi hanno 80 detenuti ognuna - prosegue Sabino Petrongolo -. Un solo agente fronteggia la situazione, se il servizio è coperto. Può capitare di dover tenere sotto controllo anche più sezioni insieme».

La lista degli episodi di questo periodo è lunga. Poco prima di Natale, gli agenti - che non hanno dotazioni specifiche per questi casi - hanno fronteggiato un principio di incendio causato da due detenuti algerini che hanno appiccato il fuoco al materasso, non dopo aver creato scompiglio e risse. Tre poliziotti intervenuti sono stati medicati nell’infermeria dell’istituto. Leggi l'articolo completo su
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